Come ogni 24 maggio non può mancare, in questo blog, un post celebrativo per il compleanno di Bob Dylan. Anche l’anno che è appena passato è stato un anno fruttuoso e pieno di cose buone, che lo vede arrivare al suo settantaquattresimo compleanno in piena attività e in pieno forma, reduce da una celebrata apparizione nella penultima puntata del leggendario Late Show with David Letterman.
Ma a parte questo l’anno trascorso ha visto l’uscita di un suo nuovo album, Shadows in the Night, che benché sia solo di cover si è presentato come di particolare interesse a testimonianza di una costante pregnanza del suo lavoro. Di notevole interesse è stata anche l’uscita del nuovo cofanetto della Bootleg Series, dedicato ai Basement Tapes (qui sopra la copertina), i nastri che Dylan registrò con la band nella quiete di Woodstock mentre, nel 1967, si riprendeva dai postumi del famoso incidente motociclistico. Monumentale raccolta di casualità e intenzionalità assortite, è una cornucopia musicale della cui importanza si è appreso nel corso dei decenni, a partire dalle molte cover di successo che di quelle canzoni fecero cantanti e gruppi dell’epoca (su tutti i Manfred Mann con The Mighty Quinn) e passando poi per il doppio album singolarmente poco fedele che uscì nel 1975 e per i vari bootleg succedutisi nel tempo.
Notevole è stata anche la partecipazione di Dylan a quella sorta di pre-Grammy che è stata la celebrazione MusiCares nel corso della quale ha tenuto un incredibile discorso di oltre mezz’ora, lucido ed esagerato al tempo stesso, brillante e per certi versi devastante, capace come sempre di essere fuori da qualunque schema e sorprendente per il modo diretto con cui ha detto alcune cose che nessuno pensava avrebbe mai detto. Una traduzione la trovate nel meritorio sito italiano dedicato a Bob Dylan, Maggie’s Farm.
E poi ci sono stati, come sempre da oltre un quarto di secolo, i concerti. Qualcuno si lamenta per la scaletta spesso bloccata, che ha tolto quell’imprevedibilità che eravamo soliti apprezzare nei concerti di qualche tempo fa. L’altra faccia di questa medaglia è che i concerti sono generalmente ottimi e che la sua voce è migliorata. Io penso che a questo punto, come sempre in fondo, sia bene prendere quello che Dylan, alla sua età, si sente di dare. Che è ancora molto.
Quest’anno torna anche in Italia e chi vuole potrà andare a vederlo. Io, naturalmente, sarò tra quelli che ci andranno.
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