domenica 11 aprile 2010

Tim Burton al MoMA


La mostra principale attualmente in corso al Museum of Modern Art di New York è dedicata a Tim Burton e, in attuazione degli standard di qualità che ci si può aspettare da un’istituzione così prestigiosa, è assolutamente fantastica e imperdibile. Non mi voglio dilungare, però è il caso di dire che sono rappresentati, con elaborati, documenti e opere, tutti i vari periodi del percorso artistico di Burton, dai primi tentativi ai film della consacrazione e oltre. Tra le curiosità esposte, lo scambio di lettere con la responsabile di una casa editrice (non occorre dire quale, ma è molto famosa) cui l’ancora liceale Burton aveva inviato una sua opera (anch’essa esposta: una sorta di fiaba illustrata) ottenendone un garbato rifiuto molto acutamente motivato e, comunque, molto supportivo. Proprio come succede in Italia, dove le lettere di rifiuto - se riescono a materializzarsi - sono una sorta di modulo prestampato e del tutto impersonale. Che sia per questo che negli Usa ogni tanto il talento viene ancora premiato e riesce a emergere?

Come in ogni mostra che si rispetti, c’è anche un catalogo, la cui copertina è riprodotta qui sopra. Anche il catalogo è imperdibile. Dopo una dichiarazione di Tim Burton e la presentazione di Glenn D. Lowry, ci sono due interessante saggi, il primo di Ron Magliozzi (che inizia con questa significativa frase: “For Tim Burton, drawing is exercize for a restless mind”) e il secondo di Jenny He (An Auteur for All Ages). Ma soprattutto ci sono le riproduzioni di decine e decine di disegni di Burton, a testimonianza di uno stile e di una versatilità notevoli. Al di là del valore dei suoi singoli film - comunque generalmente elevatissimo - Burton è uno dei pochissimi autori cinematografici di questi anni ad avere una personalità così forte e caratteristica da rendere immediatamente identificabile, anche dopo pochi fotogrammi, ogni sua pellicola. Non è poco, in questo mondo così omologato e appiattito. Questa mostra e questo catalogo celebrano la sua diversità e la sua grandezza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho dato una occhiata al sito del moma ed è veramente interessante il lavoro di Tim Burton.
Per quel che riguarda wrong turn 3, abbastanza ben fatto ma i finali sono un pò troppo forzati, secondo me.
Più bello wrong turn at tahoe, anche se non centra niente

Rudy Salvagnini ha detto...

Quello ancora mi manca. Dev'essere interessante, con quel cast: Cuba Gooding e soprattutto Miguel Ferrer e ancora più soprattutto il grande Harvey Keitel... proverò a colmare la lacuna.