martedì 6 aprile 2010

Flani (5): La fabbrica dell’orrore


Un altro reperto storico dai (non poi così) mitici anni Settanta: La fabbrica dell’orrore, sicuramente nella top ten degli horror interamente girati in Cornovaglia, ma solo perché non credo ce ne siano più di dieci, se ci arrivano.

La scheda del film potete trovarla nel Dizionario dei film horror, se volete. Qui sottolineo come si trattasse di un “veicolo” per Mike Raven, mancata star dell’horror britannico. Nel cast - e la cosa è più interessante - c’è anche Me Me Lay, indimenticata protagonista di Il paese del sesso selvaggio.

Quando l’ho visto al cinema La Quirinetta (o era l’Arcobaleno? Forse era proprio l’Arcobaleno: entrambi comunque non esistono più da parecchio) mi aspettavo molto e sono rimasto piuttosto deluso. Ma perché mi aspettavo molto? Leggete il flano per capirlo: a quei tempi davo retta a quello che dicevano le pubblicità cinematografiche e l’enfasi non mancava di certo.

“Saranno i 90 minuti che ricorderete per tutta la vita!”. In effetti, mi manca ancora un po’ (spero un bel po’) da vivere e il film me lo ricordo ancora, ma me lo ricordo come qualcosa di piuttosto noioso. Inoltre non sono certo di ricordarmi tutti i 90 minuti, credo di ricordarmene al massimo una quarantina. Vale lo stesso?

Riguardo all’angosciosa domanda che ancora risuona (“Può una mente essere così diabolica da racchiudere un terribile segreto in un bellissimo corpo di donna?”), credo che la risposta sia sì, anche se non sono certo di aver compreso a pieno la domanda.

Mirabile come sempre la sintesi dei brevi giudizi de La Notte (ho conservato anche quello, pensate un po’): “Week-end da batticuore in casa di pittore psicopatico. Ma non è il solo ad avere le rotelle difettose”. Per la verità, mi pare che fosse uno scultore, ma chissà, forse dipingeva anche.

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