giovedì 29 ottobre 2020

Topolino Writers Edition


È attualmente in edicola un numero della serie Topolino Writers Edition che per me è molto particolare perché è dedicato alle storie che ho scritto io. Ho partecipato alla scelta delle storie da pubblicare in questa antologia e non è stato un compito facile. Ho scritto varie centinaia di storie. Tante, ma molte meno di quante avrei voluto. Comunque, scegliere tra centinaia di storie è un problema anche perché, come potete immaginare, le mie storie a me sembrano tutte più o meno belle perché, in linea di massima, di ciascuna ricordo la difficoltà e la soddisfazione della creazione. O almeno mi piace pensare che sia così perché in effetti alcune delle storie che ho scritto me le sono totalmente dimenticate al punto che quando mi capita di rileggerle mi sorprendo a pensare che lo ho scritte io. E sì, mi sembrano belle anche quelle che ho dimenticato.

In ogni caso, una scelta doveva essere fatta e una scelta è stata fatta. Come tutte le scelte è opinabile e come tutte le scelte è stata anche figlia delle circostanze. Per esempio, qualcuno potrebbe stupirsi per l’assenza di almeno un Mercoledì di Pippo. In fondo, è la serie per cui sono maggiormente ricordato, se sono ricordato. Ma l’assenza dei Mercoledì di Pippo - avevo pensato a un titolo da inserire e avevo scelto Ali in fiamme - è causata dal fatto che l’intera serie è oggetto di questi tempi di una riproposizione organica in volumi interamente a essa dedicati perciò metterne uno anche qui sarebbe stata una duplicazione che di certo qualcuno avrebbe potuto stigmatizzare. Altre storie che potevano essere selezionate sono state scartate giustamente perché ristampate da poco o in procinto d’essere ristampate. Mi sembra una cosa ragionevole: anche se questo è un volume particolare dedicato a un autore è opportuno evitare sovrapposizioni con altre pubblicazioni e dare ai lettori qualcosa il più possibile appetibile e non ridondante. Inoltre, come ho detto sopra, non è che manchino le storie belle tra quelle che ho scritto io, anzi (di questi tempi dovrei forse inserire un emoticon per segnalare che sono ironico, ma mi auguro che la cosa si colga lo stesso). Perciò, la selezione finale mi sembra ottimale e comunque sono praticamente tutte storie che ho indicato io.

Il volume si apre con una straordinaria prefazione (corredata da una grandiosa caricatura) scritta per l’occasione da Stefano Intini, compagno di mille avventure e fantastico disegnatore. Stavolta dimostra anche di saper scrivere e soprattutto di saper scrivere bene di me, cosa che me lo rende ancora più caro. Io e Stefano abbiamo creato molte storie disneyane che sono tra le mie preferite (un paio sono comprese anche in questo volume), ma abbiamo collaborato anche per altri fumetti spesso (non abbastanza spesso, per quanto mi riguarda) e volentieri: il suo tratto personalissimo mi è sempre piaciuto molto e l’ho sempre trovato adattissimo alle mie sceneggiature. Inoltre, per anni abbiamo giocato a tennis e a calcio balilla insieme finché non ho più retto allo stress fisico (si fa per dire) e lui invece è rimasto perfettamente atletico come un Dorian Gray in stile Schwarzenegger. A conclusione c’è una mia postfazione in cui svolgo alcune considerazioni in generale e sulle storie contenute nel volume. E c’è anche una mia foto recente che è stata scattata nientemeno che da Marco Gervasio a casa di ancor più nientemeno che di Giorgio Cavazzano. Infine, in quarta di copertina ci sono delle belle parole di Davide Catenacci, che ringrazio, come ringrazio Stefano.

Non ripeto le cose che ho scritto nella postfazione che vi invito a leggere nel volume, ma posso spendere qualche altra parola per le storie pubblicate.

Zio Paperone e l’inutile statuetta è un esempio del tipo di storie che mi è sempre piaciuto scrivere e cioè storie che avessero qualche elemento di stranezza e di particolarità pur mantenendosi facilmente leggibili e divertenti. In questo caso, l’idea - non nuova, forse, ma pur sempre interessante - era quella di coinvolgere un po’ tutti (o comunque parecchi) i personaggi del mondo dei paperi mantenendo come filo conduttore un oggetto che passa dall’uno all’altro in modo scorrevole e naturale per arrivare poi a una quadratura narrativa del cerchio. La gradevolezza della storia è naturalmente molto aiutata dai superlativi disegni di Giorgio Cavazzano, maestro supremo dell’accattivante leggibilità.

Topolino e i sogni ricorrenti invece dovrebbe rappresentare un’altra faccia di quella che spero essere la mia versatilità. Ho sempre desiderato non fossilizzarmi su un solo tipo di storia, ma mantenere ampio il ventaglio affrontando vari generi e tematiche. In questo caso, il genere sarebbe in qualche modo lo psycho-thriller in chiave topoliniana. Mi piaceva giocare con il personaggio, renderlo insicuro e avere la possibilità, anche qui, di inserire vari personaggi in modo diverso dal solito, riesumando anche il pirata Orango. Ottimamente disegnata da un valente disneyano come Valerio Held, è una storia che mantiene un certo grado di complessità e mi è piaciuto scrivere.

Paperino e Paperoga allenatori super allenati è una delle mie storie calcistiche preferite. Il calcio è da sempre una delle mie passioni (passione che condivido tra l’altro con Stefano Intini) e scrivere storie calcistiche con i paperi mi ha sempre divertito. Questa, in particolare, mi sembra riuscita e abbastanza scatenata con i cugini che per una volta formano un coriaceo sodalizio e remano tutti dalla stessa parte, purtroppo a bordo di una barca che fa acqua. Il calcio è una miniera di spunti per storie divertenti che, se realizzate bene, possono essere tali (divertenti, cioè) anche per chi il calcio non lo apprezza. L’importante è conoscerlo bene per poterlo rappresentare o deformare in modo credibile. Anche qui i disegni di Giorgio Cavazzano sono un plus inarrivabile.

Quando Ciccio va fare la spesa è uno dei miei classici, se così si può dire. Avevo già provato a rendere Ciccio protagonista assoluto con la storia I sogni di Ciccio, disegnata da Paolo Ongaro. Qui ho perfezionato la formula cercando di sfruttare al meglio le caratteristiche di un personaggio particolare che fa del sonno e delle mangiate pantagrueliche le sue peculiarità (ed è quindi difficile da utilizzare). La formula è venuta piuttosto bene e l’ho riutilizzata più volte per altre storie con Ciccio cercando sempre di apportare le dovute variazioni per non stancare (e non stancarmi io stesso). I disegni di Stefano Intini sono perfetti e valorizzano alla grande situazioni che tendono sempre più all’assurdo per poi rientrare in un’apparente normalità.

Topolino e l’incredibile situazione è una di quelle storie che mi ero dimenticato d’aver scritto. Guardando nel mio database per fare la scelta mi ci sono imbattuto e, vedendo che era disegnata da Enrico Faccini (autore che per inciso è sempre in grado di divertirmi e che trovo assolutamente spassoso anche come sceneggiatore), mi sono incuriosito e sono andato a rileggermela. Quindi l’ho scelta perché mi è piaciuta e mi sono ricordato di quando, ere fa, l’ho scritta. Il divertimento era quello di mettere in difficoltà Topolino in modo che lui, onesto e buono, si ritrovasse a essere ingiustamente sospettato di atti di vandalismo e non trovasse sponda in alcuno dei suoi amici o conoscenti. I disegni di Faccini sono perfettamente in linea con la storia e la valorizzano. Il colpo di scena finale adesso può sembrare un po’ scontato, ma all’epoca della prima uscita era piuttosto buono (e, si sa, a volte bisogna contestualizzare). Inoltre, mi è sempre piaciuta l’ultima vignetta con un Topolino che, in parte, perde la sua bonarietà.

Paperino e il supertraining da concorso è una tipica vicenda in cui Paperino e Paperoga si confrontano in un crescendo distruttivo di detonante assurdità sino a un finale che mi pare simpatico e a un sottofinale che riporta ancor più le cose nella sfera della credibilità. Scrivere queso genere di storie non è facile perché bisogna mantenere un buon ritmo e disseminarle di trovate comiche, ma è anche molto divertente perché ci si può scatenare, soprattutto se si è coadiuvati da un grande come Stefano Intini che riesce a rendere perfettamente espressivi i suoi disegni.

Paperino procuratore sopraffino è un’altra storia calcistica, un po’ diversa. In questo caso affrontavo il fenomeno dei procuratori calcistici che è diventato sempre più preminente nel mondo del calcio, affidandone il ruolo a un Paperino perfettamente a suo agio in un lavoro che gli piace perché gli permette di sfruttare le proprie passioni e le proprie competenze. Ma soprattutto, in questo caso, mi era piaciuto tratteggiare la figura del calciatore che garantisce un gol a partita e solo quello per poi scandagliarne prerogative e superstizioni. Ottimi come sempre i disegni di Alessandro Gottardo, un altro amico con cui ho collaborato spesso anche in ambiti extra disneyani. Da una vignetta di questa storia è tratta la copertina del volume.

Topolino, Pippo e il rubinetto irriducibile è un esempio dei cosiddetti filler (riempitivi), vale a dire storielle corte e comiche che completano gli albi. Sono storie semplici che però permettono di affrontare, in genere, la quotidianità dei personaggi alle prese con le piccole cose della vita, che nel caso di Pippo possono essere strambe e divertenti. Ai disegni un’altra valente disneyana dalla lunga carriera come Maria Luisa Uggetti.

Topolino e la principessa del lago invisibile è la storia più recente tra quelle pubblicate ed è disegnata magistralmente da un altro degli indiscutibili grandi del fumetto disneyano, Massimo De Vita. De Vita ha disegnato diverse delle mie storie - tra cui due delle primissime, Topolino e il ricattatore misterioso e Topolino e il fantomatico ritorno di Macchia Nera - ed è sempre stato un piacere vederle perché è uno di quei disegnatori che aggiunge sempre valore alle storie. Anche in questo caso i suoi disegni sono eccezionali e accompagnano una storia nella quale ho cercato di inserire un colpo di scena finale e di dare una densità narrativa particolare. Paradossalmente, può essere che in questo caso il colpo di scena risulti migliore che al momento della prima pubblicazione.

Nessun commento: