sabato 29 agosto 2020
Beyond the Omega - Il tuo sepolcro… la nostra alcova
Il timido e complessato Aristodemo, detto Aris (Lorenzo Lepori), è rimasto traumatizzato dall’uccisione della promessa sposa Iris (Lucia Pirchak) a opera di un maniaco seriale che, prima di ucciderle, violenta le sue vittime. Aris ha lasciato la città ed è andato a vivere in una casetta isolata ai margini del bosco. Iris era vergine al momento della morte: nonostante le imminenti nozze, infatti, tra Aris e iris non c’erano intercorsi sessuali, si presume per la religiosità di lei. L’irruente amico Pietro (Alex Lucchesi) cerca invano di scuotere Aris dal suo isolamento. Le cose si fanno ancora più strane e contorte quando Aris acquista online una bambola lifesize che sembra la sorella maggiore di Annabelle e fa l’amore con lei di gusto. Le cose si complicano quando Persefone (Benedetta Rossi), il nome della bambola, prende vita e comincia a interagire. Intanto il serial killer continua a uccidere nei boschi vicino a casa di Aris.
La derivazione dal cinema horror italiano degli anni ’80 è chiara sin dal titolo e rappresenta la chiave interpretativa specifica con cui misurare le tematiche e i risultati del film, che è il ritratto di un’ossessione - di più ossessioni - che hanno a che fare con le problematiche relazioni con l’altro sesso. La narrazione è volutamente confusa, l’atmosfera malatissima con più di qualche momento in cui la ricerca dell’eccesso si fa anch’essa ossessiva. Il ritmo è molto lento, quasi torpido, appoggiato sull’inerzia decisionale del protagonista. La deriva allucinatoria prende il chiaro sopravvento nella seconda metà del film con sfoggio di discrete qualità visionarie in alcune sequenze. In questo, è di molto aiuto l’ottima fotografia di Ruben Spizzichino, un plus che garantisce accarezza formale alle immagini anche nell’azzeccata scelta dei colori.
La storia è esile e piuttosto prevedibile: asseconda gli impulsi larvatamente (le larve in effetti non mancano) necrofili del protagonista che sprofonda sempre più nella sua ossessione. Le vicende del serial killer e di Aris si sfiorano, si intersecano e procedono congiuntamente sino al finale che riporta tutto a una difficile e ambigua unità con più di qualche inquietudine. La tematica di fondo, come è facile intuire, è un po’ già vista, ma come omaggio/rivisitazione del cinema di genere che fu il film ha una sua validità e riesce nel suo intento. La regia di Mattia De Pascali (McBetter), autore anche della sceneggiatura, è attenta e ricercata sia in termini filologici sia nell'aggiornamento ai tempi dei modelli d'origine.
Lorenzo Lepori, regista di Notte nuda, e qui anche produttore offre una buona caratterizzazione nei panni dello spiritato protagonista: una parte per niente facile da interpretare, visto quello che Aris fa (o, piuttosto, commette). Ancor più notevole è la prova di Benedetta Rossi che, nel ruolo di Persefone, riesce a dare toni genuinamente alieni al proprio personaggio. Tra erotismo, perversione, sangue e delitti, il film, pur con qualche incertezza e qualche digressione di troppo, mantiene quel che promette.
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