McBetter è un piccolo horror grottesco realizzato dal pugliese Mattia De Pascali, all’esordio nella regia. Girato in Salento e tutto ambientato in una grande villa e nel suo giardino, è un film che si rivela piacevole e interessante, una piccola sorpresa.
Dopo un anno di assenza, Melanie (Serena Toma), figlia del potente Joe McBetter (Nik Manzi), torna nella villa di famiglia assieme al suo compagno Malcolm (Andrea Cananiello). Il burbero padre - capitalista autoritario ed egocentrico - la accoglie con ben poca simpatia. La nuova compagna di McBetter, Patricia (Donatella Reverchon), è più accomodante, mentre il piccolo Little Joe (Oscar Stajano), figlio di Joe e Patricia, vorrebbe tanto avere il permesso di sparare sui nuovi venuti. McBetter è a capo di una catena di fast food: ha fatto fortuna dopo essere partito dal basso, da un carrettino degli hamburger. Malcolm è andato da McBetter per proporgli un’idea rivoluzionaria: la gente si stuferà del manzo degli hamburger, gli insetti sono la soluzione. L’idea viene raccolta con ilarità e disprezzo. Fuori in giardino, Little Joe viene trovato ferito e farneticante. Potrebbe essere stato un animale, magari fuggito da un circo, pensa Melanie. Per convincere McBetter, Malcolm ha portato una valigia piena di vermi e insetti vari, suscitando la reazione schifata e violenta di McBetter. Indignati, Malcolm e Melanie vorrebbero andarsene, ma un pneumatico della loro auto è squarciato da quello che sembra il morso di un animale. Cercando il cric in garage per cambiare la ruota i due trovano il cadavere sbudellato del giardiniere. Melanie pensa di approfittare della situazione per mettere in atto un piano sanguinario, di vendetta e sopraffazione.
L’idea di una rivisitazione moderna della tragedia di Macbeth è simpatica e anche l’utilizzo di toni grotteschi è azzeccato. I personaggi sono tratteggiati in modo caricaturale con effetti a volte brillanti, anche in alcuni dei ruoli di contorno, in particolare modo quello della cameriera Dolores, ben interpretata da Iole Romano, con alcuni bizzarri tocchi di umorismo demenziale, che caratterizzano anche la maga Patrizia interpretata da Gabriella Luperto, cui è riservato il compito di aprire e chiudere il film con più di qualche richiamo alle streghe shakespeariane. Ci sono dei momenti di stanca e alcuni punti in cui la storia perde di mordente, ma nell’insieme il film scorre bene e la messa in scena, anche nella scelta delle angolature e nel montaggio, è abbastanza fluida e denota una buona professionalità. La deriva pienamente horror della parte finale è condotta discretamente con l’introduzione di una creatura mostruosa, una sorta di nemesi sorta anch’essa dalla sopraffazione e desiderosa di fare piazza pulita. Nella evidente ristrettezza dei mezzi, gli effetti speciali sono comunque funzionali e usati con saggia parsimonia.
Non ci sono grosse sorprese, ma la storia è ben condotta e non mancano ambizioni di critica sociale sviluppate in modo semplice, ma efficace. Anche la prova degli interpreti è nel complesso accettabile - con qualche incertezza qua e là, dovuta forse a qualche dialogo un po’ forzato - ma anche con buona efficienza espressiva e convinzione. Si segnalano sotto questo profilo in particolare il rude Nik Manzi, la simpatica Donatella Reverchon, capace di variare toni e registri interpretativi, e il protagonista Andrea Cananiello, che ha dei buoni momenti comici. Apprezzabile anche la fotografia firmata da Islam Mohamed, con una buona scelta dei colori (che soprattutto nel finale diventano quasi baviani).
Mattia De Pascali scrive, produce e dirige, mostrando buone qualità e una vivacità espressiva che promette bene.
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