sabato 23 aprile 2022

Rabid


Rabid
è un nuovo horror filippino composto da quattro episodi, diretto da Erik Matti e presentato al Far East Film Festival. Chi è interessato può cliccare qui e leggere sul sito di MYmovies la recensione che ho scritto.

venerdì 22 aprile 2022

Night of Doom


Night of Doom
è un film di Davide Pesca, autore di diversi film nel corso degli ultimi anni, nell’ambito del popolato e interessante panorama dell’horror indipendente italiano.

In un futuro prossimo e decisamente poco allegro, la società è percorsa da notevoli scoppi di violenza e disagio. Una droga allucinogena, il doom, ha preso piede con effetti devastanti. Un predicatore televisivo (Ivan Brusa) che ritiene ci si trovi al preludio dell’Apocalisse ne acquista un’abbondante dose e la porta alla donna che tiene imprigionata nel suo appartamento. La donna deve ricevere la droga come un’eucarestia, le dice il predicatore. In effetti, dopo averla presa, la donna afferma di riuscire finalmente a vedere e aggredisce il predicatore che vede come un demone. Poi esce e si imbatte in una coppia che, anch’essa dedita al doom, la cattura per farne la protagonista di un filmato snuff. Ma le cose non vanno come i due si aspettano.

Il film evita saggiamente di tentare un affresco distopico, che chiaramente i mezzi non avrebbero consentito, per privilegiare una trattazione episodica, narrativamente a strappi successivi, con qualche efficacia, se non drammatica, a livello di atmosfere e suggestioni. Non c’è infatti molta trama, né sviluppo dei personaggi: ci sono situazioni, intuizioni, frammenti collegati. L’idea della droga allucinogena che sembra conferire alla “vittima” (piuttosto consenziente) del predicatore la capacità di raggiungere un livello superiore di visione, quasi un’estasi cognitiva, è un buon richiamo a Martyrs e consente di concludere in modo coerente e significativo la vicenda.

Gore e splatter, con effetti speciali di accettabile fattura, condiscono con frequenza le varie situazioni, tra le quali non mancano siparietti sado-maso piuttosto insistiti. Interessante il lavoro su fotografia e colori che dà sostanza visuale al racconto ricercando quasi un’estetica da VHS un po’ rétro e donando un certo fascino alle immagini. Non mancano alcuni tocchi nei quali si nota un po’ di ironia (come la Miss Bathory Body Lotion), in un quadro complessivo che mostra un mondo a tinte sordide nel quale non esistono personaggi positivi. La recitazione è volenterosa, ma non sempre convincente: Ivan Brusa (Non nuotate in quel fiume) se la cava comunque piuttosto bene, come sempre. Da segnalare la musica di Santo Bianchini, evocativa e ricercata.


martedì 5 aprile 2022

Paperino, Paperoga e il ritorno dei pennuti furenti


Sul numero 3463 di Topolino in edicola domani c'è una mia nuova storia: Paperino, Paperoga e il ritorno dei pennuti furenti. A disegnarla è stato Blasco Pisapia (già ottimamente all'opera in Pippo e la polka del fachiro e Paperino e il carillon proboscidato) che ha fatto un lavoro straordinario ai disegni, dando grande espressività ai personaggi e rendendo un ottimo servizio alla storia (un piccolo esempio è dato dalle vignette qui sopra). Spero che i lettori trovino divertente la vicenda, che è semplice, ma spero movimentata al punto giusto. Da questa storia traspare naturalmente la mia grande passione per il cinema di genere e, anche, per quella particolare forma di arte mista a marketing rappresentata dai manifesti cinematografici. Ho cercato anche di curare in modo particolare la dinamica relazionale tra Paperino e Paperoga, ma naturalmente alla fine il giudizio spetta sempre a chi legge.

mercoledì 30 marzo 2022

Nel buio

 


Nel buio è una raccolta di miei racconti horror ed è stata pubblicata da Weird Book. Sono molto affezionato a quei racconti e penso che mi rappresentino bene, che si avvicinino molto al tipo di horror che mi piace leggere. Cercano di sorprendere e di intrattenere, di divertire e di spaventare. Ci sono gli influssi degli autori che mi hanno appassionato (Richard Matheson su tutti) e c'è, spero, anche la mia personalità.

Ho già scritto nel dettaglio su questo libro varie volte sul mio blog: chi è interessato a leggere cosa ne ho scritto può cliccare, per esempio, qui e qui.  

Ne riparlo oggi perché il libro è ora disponibile, oltre che sul sito dell'editore Weird Book, anche nelle librerie online, per esempio Mondadori Amazon Feltrinelli e Ibs. Chi vuole leggerlo, quindi (e spero che qualcuno ci sia), può pertanto trovarlo facilmente. 

L'occasione inoltre è sempre buona per mostrare di nuovo la splendida copertina di Giorgio Finamore.

Lamb

 


Domani esce in sala Lamb, curiosa e interessante opera prima di Valdimar Jóhannsson con Noomi Rapace protagonista. Chi è interessato a leggere l'approfondimento sul film che ho scritto per MYmovies può cliccare qui ed essere trasportato a destinazione sul sito di MYmovies.

venerdì 11 febbraio 2022

Scarlett


Giulia (Miriam Galanti) è una giovane sceneggiatrice cinematografica con promettenti prospettive di lavoro. Ha un importante colloquio di lavoro con un produttore in programma per la serata e il suo agente la richiama all’ordine. Lei però è in viaggio in auto verso Firenze: intende andare a trovare il suo ex, Jack, che è in Italia solo per pochi giorni. Giulia vuole sistemare le cose con Jack, ha imprecisate questioni da chiarire con lui. Per via telefonica, l’amica Sara la invita a non agire impulsivamente e a tornarsene a Roma. Giulia rassicura lei e, prima, l’agente: tornerà in tempo, ma deve assolutamente andare. Solo che le cose si complicano: l’auto sembra assumere vita propria e i fantasmi del passato, in particolare quello della madre psicopatica (Loredana Cannata) ormai defunta, rendono il viaggio sinistro e pericoloso.

Thriller-horror on the road, il film introduce via via elementi di inquietudine e di incertezza in una vicenda inizialmente lineare in modo da movimentarla ed evitare che si traduca in un lungo monologo della protagonista. Anche il lavoro sulla struttura narrativa serve allo stesso scopo, con la sua articolazione in flashback e l’alternanza tra le sequenze principali con la protagonista in auto e quelle in cui la ragazza si trova nella stazione di polizia, interrogata da due poliziotti che cercano di fare luce sull’intricata e oscura vicenda. Man mano che la storia si snoda sappiamo anche sempre di più sulla personalità di Giulia e sui traumi che ha dovuto subire non solo per le tragiche morti che hanno segnato la sua storia familiare, ma anche per l’evidente pazzia della ricca madre. Questi aspetti alimentano, puntando verso lo psycho-thriller, l’ambiguità del tessuto narrativo, che arricchisce e sostiene il clima di mistero, sempre in bilico tra realtà immaginata e realtà fattuale, tra una discesa negli inferi della psiche con richiami quasi polanskiani e una discesa negli inferi dell’orrore soprannaturale con invece echi carpenteriani (e kinghiani).

Luigi Boccia, scrittore ed editore, è all’esordio come regista e riesce a governare con abilità e sapienza il racconto (è anche autore della sceneggiatura), sostenendo bene la suspense e tenendo consistente il ritmo, sino a una conclusione che forse non sorprende, ma comunque chiude in modo soddisfacente una sorta di parabola sull’alienazione e sull’ineluttabilità del destino. A volte si ha la sensazione che ci sia un eccesso di suggestioni e rivoli narrativi, ma alla fine il senso della vicenda emerge comunque in modo compiuto. Miriam Galanti (In the Trap - Nella trappola), pur con qualche occasionale incertezza, offre nel complesso una buona prova in un ruolo difficile, dovendo occupare praticamente sempre la scena, spesso da sola. Convincente anche il cameo di Loredana Cannata nel ruolo della mamma psicotica e preda di manie religiose.

Il film è possibile vederlo su Prime Video.

sabato 29 gennaio 2022

Paperino 500


Il mensile dedicato al papero più famoso del mondo arriva al prestigioso traguardo del numero 500 e lo festeggia con un albo speciale. Oltre a diverse avventure di Paperino, compresa una storia inedita, ci sono gli omaggi e gli auguri di una serie di autori disneyani, tra i quali anch'io. Un numero quindi da non perdere: non perché ci sono i miei auguri a Paperino, va da sé, ma perché è un numero speciale, da collezionare.

Segnocinema 233


 

Il nuovo numero di Segnocinema (n. 233, gennaio-febbraio 2022), attualmente in distribuzione, contiene, tra le molte altre cose interessanti, la seconda parte dello speciale Il cinema e la strada a cura di Paolo Cherchi Usai. All'interno di questo speciale c'è anche il mio modesto micro-contributo che non può essere in sé motivo per comperare la rivista, ma che nel caso l'abbiate comunque fatto o intendiate farlo - perché di motivi per acquistarla ce ne sono assai e tutti validissimi - potrete leggere assieme agli altri contributi ancor più interessanti.

martedì 25 gennaio 2022

Robert Englund - Metamorfosi di una maschera

 


Il cinema horror per molti decenni è stato soprattutto un cinema di attori. C’erano i divi dell’horror, attori che si dedicavano prevalentemente a quel genere e lo caratterizzavano con la loro presenza. Aiutati dal trucco o anche no, erano dei veri e propri emblemi dell’horror, delle icone. A partire da Lon Chaney sr, passando per Boris Karloff, Lon Chaney jr e Bela Lugosi per arrivare a Vincent Price, Peter Cushing e Christopher Lee. E c’erano anche i divi di secondo piano, ma comunque significativi e ben presenti nell’immaginario collettivo come John Carradine, George Zucco o Lionel Atwill. E sicuramente me ne dimentico qualcuno. Poi le cose sono cambiate. Il cinema horror è diventato meno attoriale e più interessato agli effetti speciali. Non che gli attori non servissero più, ma erano (e sono) diventati meno specializzati, meno centrali, più intercambiabili.

Per questo la figura di Robert Englund, peraltro attore molto versatile come la sua carriera, soprattutto all’inizio, dimostra, è importante. Perché è probabilmente l’unico attore degli ultimi decenni che può in qualche misura avvicinarsi ai grandi nomi che ho citato sopra, quantomeno per il grado di attaccamento all’horror e per il fatto di caratterizzare, con la sua sola presenza, ogni film cui partecipa. Ce ne sono altri, come per esempio Jeffrey Combs, ma non assurgono alla stessa importanza specifica.

Robert Englund - Metamorfosi di una maschera (Shatter Edizioni, 218 pp., € 16), a cura di Fabio Cassano, è un libro dedicato interamente a Robert Englund e alla sua attività di attore e, sporadicamente, regista. La sua carriera è “coperta” integralmente attraverso una serie di saggi di vari autori. Ne ho scritto uno anch’io occupandomi di tre delle collaborazioni di Englund con Tobe Hooper (Le notti proibite del marchese De Sade, La danza dei morti e l’episodio pilota della serie Tv Freddy’s Nightmares). Gli altri saggi sono stati scritti da Fabio Cassano, Roberto Lasagna, Edoardo Trevisani, Michele Raga, Giuseppe Cozzolino, Elisa Torsiello, Massimiliano Spanu, Vincenzo Papeo, Fabio Zanello, Francesco Saverio Marzaduri, Chiara Pani e Danilo Arona (e spero di non aver dimenticato nessuno). La prefazione è di Stephen David Brooks, che con Englund ha collaborato.

Naturalmente, non mi sembra il caso di recensire un libro a cui ho collaborato, ma una cosa che posso comunque senz’altro dire è che se siete interessati a Robert Englund in questo libro potrete trovare pane per i vostri denti (o artigli).


venerdì 31 dicembre 2021

50 anni nei fumetti


50 anni nei fumetti
(274 pagine, Youcanprint, € 70) è un libro particolare. Racconta la storia della collaborazione tra me e mio fratello Gianni attraverso una grande mole di fumetti, in gran parte a colori, in modo da coprire tutto l’arco temporale lungo il quale questa collaborazione si è sviluppata. In mezzo ai fumetti ci sono anche ricordi, aneddoti e retroscena che contestualizzano e connettono le varie storie. Abbiamo rovistato nei nostri archivi e, assieme a una scelta delle storie edite nel corso degli anni, abbiamo selezionato anche parecchie storie che erano rimaste inedite. Tra queste storie inedite ce ne sono alcune un po’ particolari, non per il loro valore, ma per la loro qualità di veri e propri “reperti storici” (sempre relativamente alla nostra storia, naturalmente). C’è per esempio uno dei fumetti che compariva nei giornaletti che disegnavamo per i parenti e che quindi esistono in un’unica copia. E c’è anche il fumetto con il quale ci siamo presentati alla redazione del Messaggero dei Ragazzi nel settembre del 1970 e grazie al quale il grande e indimenticato Pinù Intini ci offrì la nostra prima collaborazione professionale (collaborazione che, in verità, più che al fumetto presentato, direi che fu dovuta alla lungimiranza quasi sciamanica di Pinù). Non manca il primo fumetto realizzato (il secondo pubblicato) dal quale parte la datazione dei 50 anni (1971-2021). Ci sono poi alcuni fumetti inediti che avevamo proposto a qualcuna delle riviste che allora esistevano sul mercato ottenendone dei garbati rifiuti (o dei silenzi, un po’ meno garbati). Ma ci sono anche molti dei fumetti che abbiamo pubblicato negli anni ’70 sui pocket Sansoni o altrove (su Sorry, per esempio, o sul Santo dei Miracoli e così via). Poi c’è un’ampia scelta dei fumetti che a partire dai primi anni’90 abbiamo pubblicato sul Messaggero dei Ragazzi, tutti rigorosamente a colori. Il libro riguarda la nostra collaborazione, per cui non c'è nulla riguardo ai (molti) fumetti che abbiamo realizzato separatamente.

Per scopo, caratteristiche e dimensioni, non è un libro che potevamo proporre a un editore (quindi non lo abbiaamo proposto) e perciò, per averlo così come volevamo che fosse, lo abbiamo pubblicato tramite Youcanprint. Il notevole prezzo di vendita risente di questa scelta (del print on demand) e dipende dal costo di stampa: il formato grande (A4) e i colori hanno il loro prezzo, ma così doveva essere e così è stato. È comunque un libro per così dire artigianale, con i suoi difetti, realizzato in totale autonomia, con l’imperizia degli spavaldi autodidatti. Molte storie sono riprese direttamente dagli originali, ma diverse sono tratte dalle pubblicazioni perché non ne abbiamo più gli originali, per cui in taluni casi la qualità non è ottimale.

Di fronte a un libro come questo la domanda sorge quindi spontanea: esiste qualcuno interessato alla nostra storia? La risposta è persino banale: sì, noi. E quindi per fissarla in qualche modo prima che sia troppo tardi, ecco questo libro: un raro esempio di libro immaginario diventato reale. Il suo scopo l'ha realizzato con la sua sola stessa esistenza, non occorre che venga comperato (e mi stupirei se qualcuno lo facesse).

L'illustrazione di copertina, realizzata da Gianni, ci ritrae all'epoca in cui i fumetti li leggevamo e li sognavamo. L'edicola che si vede sullo sfondo è quella in cui principalmente ci approvvigionavamo, in Prato della Valle. Anche l'edicolante è quello del tempo: scorbutico, ma professionale. Le foglie secche che svolazzano sono rigorosamente metaforiche.

lunedì 20 dicembre 2021

La Banda sul Messaggero dei Ragazzi n. 1067


Sul numero 1067 del Messaggero dei Ragazzi (è il numero di dicembre, quello attualmente in distribuzione, c'è una nuova storia della Banda. Come sempre, la sceneggiatura è mia, mentre ai disegni questa voilta è il validissimo Isacco Saccoman.

Non a caso, visto il periodo, l'argomento è natalizio e il titolo Un altro Natale è da intendersi non nl senso di iterazione natalizia, ma in quello della ricerca di un Natale diverso, più aderente alla sua vera natura. La storia segna il provvisorio ritorno di uno dei personaggi originari della Banda, Chen, che come sa chi segue la serie a un certo punto è ritornato in Cina per motivi familiari. Come sempre, nello spirito che anima la serie, si cerca di intrattenere, divertire e nel contempo affrontare tematiche un po' complesse e perché no serie.

sabato 4 dicembre 2021

Where Have All the People Gone


Where Have All the People Gone
è un film televisivo del 1974, è stato uno dei film of the week della ABC. In italiano è stato trasmesso come Dove sono gli altri? e Dove sono andati a finire?. Non è un film catastrofico, potrebbe essere definito un post-atomico se non fosse che l'atomica non c’entra. Direi quindi un post-catastrofico nel quale la catastrofe viene solo, in sostanza, enunciata. Steven Anders (Peter Graves) è in vacanza in montagna con il figlio David (George O’Hanlon jr) e la figlia Debbie (Kathleen Quinlan): la moglie Barbara (Jay W. MacIntosh) li ha salutati per tornare a Los Angeles per lavoro. Con loro c’è un collaboratore/amico, Clancy (Noble Willingham). Mentre i tre Anders sono in una grotta a compiere rilevazioni, Clancy è fuori e vede un bagliore che crede essere quello dell'esplosione di una bomba. Ne segue un breve terremoto che fa uscire i tre dalla grotta. Tutto sembra finire lì, ma le comunicazioni radio sono interrotte e dopo poco Clancy comincia a sentirsi male. Portato verso valle in una barella improvvisata, Clancy muore nel tragitto e, di fronte allo sconcerto dei tre, letteralmente si polverizza. Quando arrivano nella più vicina cittadina, i tre si avvedono che è abbandonata: molti i cadaveri polverizzati. Che cosa sta succedendo? Pensano si tratti di radiazioni, ma l'effetto sembra un po' strano. Decidono di andare a Los Angeles per vedere come sta Barbara, ma il viaggio si rivela difficile. Trovano chi li deruba e trovano anche nuovi compagni di viaggio: Jenny (Verna Bloom), una donna che ha perso il marito e i figli, e Michael (Michael-James Wixted), un bambino che ha perso i genitori. I sopravvissuti capiscono che la causa di tutto sono delle esplosioni solari, ma ciò non li aiuta molto.

La storia è abbastanza semplice e lineare: ai sopravvissuti capitano cose abbastanza prevedibili, compreso il tizio che frega loro il pick-up, ma le immagini desolate delle città abbandonate - compresa una Los Angeles deserta che richiama 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra - sono piuttosto efficaci e il clima è cupo e pessimista, nonostante un finalino ottimista che sembra davvero attaccato con lo scotch. I personaggi sono descritti con credibilità e realismo, compresa la strisciante conflittualità tra i membri della famiglia Anders. La variante dei cani impazziti aggiunge un piccolo tocco horror che preannuncia un po’ Future Animals. In sostanza, niente di eccezionale, ma chi ama il genere “fine di mondo” potrà apprezzare. La sceneggiatura è di Lewis John Carlino, regista de I giorni impuri dello straniero. La regia è del capace John Llewellyn Moxey, la cui carriera si è svolta soprattutto in ambito televisivo, ma di cui si può ricordare, in ambito cinematografico, almeno il riuscito La città dei morti. Il cast è interessante. A parte il televisivo (e solido) Peter Graves, ci sono Verna Bloom (Il ritorno di Harry Collings) e Kathleen Quinlan (American Graffiti).