venerdì 22 aprile 2022

Night of Doom


Night of Doom
è un film di Davide Pesca, autore di diversi film nel corso degli ultimi anni, nell’ambito del popolato e interessante panorama dell’horror indipendente italiano.

In un futuro prossimo e decisamente poco allegro, la società è percorsa da notevoli scoppi di violenza e disagio. Una droga allucinogena, il doom, ha preso piede con effetti devastanti. Un predicatore televisivo (Ivan Brusa) che ritiene ci si trovi al preludio dell’Apocalisse ne acquista un’abbondante dose e la porta alla donna che tiene imprigionata nel suo appartamento. La donna deve ricevere la droga come un’eucarestia, le dice il predicatore. In effetti, dopo averla presa, la donna afferma di riuscire finalmente a vedere e aggredisce il predicatore che vede come un demone. Poi esce e si imbatte in una coppia che, anch’essa dedita al doom, la cattura per farne la protagonista di un filmato snuff. Ma le cose non vanno come i due si aspettano.

Il film evita saggiamente di tentare un affresco distopico, che chiaramente i mezzi non avrebbero consentito, per privilegiare una trattazione episodica, narrativamente a strappi successivi, con qualche efficacia, se non drammatica, a livello di atmosfere e suggestioni. Non c’è infatti molta trama, né sviluppo dei personaggi: ci sono situazioni, intuizioni, frammenti collegati. L’idea della droga allucinogena che sembra conferire alla “vittima” (piuttosto consenziente) del predicatore la capacità di raggiungere un livello superiore di visione, quasi un’estasi cognitiva, è un buon richiamo a Martyrs e consente di concludere in modo coerente e significativo la vicenda.

Gore e splatter, con effetti speciali di accettabile fattura, condiscono con frequenza le varie situazioni, tra le quali non mancano siparietti sado-maso piuttosto insistiti. Interessante il lavoro su fotografia e colori che dà sostanza visuale al racconto ricercando quasi un’estetica da VHS un po’ rétro e donando un certo fascino alle immagini. Non mancano alcuni tocchi nei quali si nota un po’ di ironia (come la Miss Bathory Body Lotion), in un quadro complessivo che mostra un mondo a tinte sordide nel quale non esistono personaggi positivi. La recitazione è volenterosa, ma non sempre convincente: Ivan Brusa (Non nuotate in quel fiume) se la cava comunque piuttosto bene, come sempre. Da segnalare la musica di Santo Bianchini, evocativa e ricercata.


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