Quando, in un recente post, ho segnalato la pagina del sito web di Corte del Fontego editore riguardante il mio Dizionario dei film horror, ho scordato di evidenziare una piccola cosa, che però potrebbe essere utile a qualcuno che volesse farsi un'idea più precisa di cos'è il Dizionario.
La piccola cosa è questa: se andate in fondo alla pagina in questione, potete trovare un link ("leggi l'inizio") che, se cliccato, consente di scaricare un file word contenente la "Guida alla consultazione" del dizionario (con i criteri seguiti e i parametri utilizzati per delimitare l'ambito d'indagine e altro ancora) e le schede di alcuni film, a mero titolo esemplificativo.
Basterà questo file a convincere i più riottosi ad acquistare un'opera così significativa e imperdibile? La risposta è semplice: certamente no. Però, come dicevano i romani, ad impossibilia non est disputandum (o qualcosa del genere).
domenica 26 ottobre 2014
sabato 25 ottobre 2014
La notte più lunga del mondo di Samuele Zàccaro
L’esame approfondito di un particolare aspetto del multiforme e sterminato mondo del cinema ha sempre rappresentato una delle modalità più interessanti - per la possibilità che possiede in nuce di raggiungere l’esaustività, essendo più ridotto l’ambito - in cui si può esprimere la critica cinematografica. I sottogeneri e i filoni specifici sono quindi un oggetto su cui ci si può esercitare proficuamente.
Con La notte più lunga del mondo - Evil Dolls Movies (Universitalia, 360 pagine, € 24,90), Samuele Zàccaro fa proprio questo dando corpo a un esame molto dettagliato della miriade di film che si sono occupati di “pupazzi, bambole e manichini”, per riprendere il sottotitolo del libro.
La quantità di film che hanno fatto questo - e cioè si sono occupati di evil dolls - è per certi versi sorprendente e, come tipico dell’horror, proviene dalle più varie latitudini (va precisato, comunque, che non solo di horror si occupa il libro). Zàccaro ne fa un ordinato dizionario, comprendendo non solo film, ma anche telefilm e cortometraggi per dare un quadro complessivo del fenomeno. Di particolare interesse è anche la prima parte del libro, che precede il dizionario e compie un’articolata disamina sul ruolo delle bambole e dei pupazzi nel cinema (non solo) di genere, con riferimenti alle ascendenze folcoloristiche e letterarie. In appendice, uno spazio è dedicato anche ai film sugli spaventapasseri, che pupazzi non sono in senso stretto, ma in fondo fanno parte della categoria perché non sono altro che simulacri inanimati (nella realtà, non nei film, naturalmente, dove invece si muovono assai) degli esseri umani, proprio come le bambole.
In quanto prevalentemente dizionario, il libro - del quale ho avuto il piacere di scrivere l’introduzione - è soprattutto di consultazione, ma si legge volentieri anche senza necessità di trovare questo o quel film e testimonia di una passione sfrenata e di una competenza raggiunta sul campo con dedizione e serietà. Perciò, chi è appassionato di bambole malefiche troverà di che divertirsi.
Con La notte più lunga del mondo - Evil Dolls Movies (Universitalia, 360 pagine, € 24,90), Samuele Zàccaro fa proprio questo dando corpo a un esame molto dettagliato della miriade di film che si sono occupati di “pupazzi, bambole e manichini”, per riprendere il sottotitolo del libro.
La quantità di film che hanno fatto questo - e cioè si sono occupati di evil dolls - è per certi versi sorprendente e, come tipico dell’horror, proviene dalle più varie latitudini (va precisato, comunque, che non solo di horror si occupa il libro). Zàccaro ne fa un ordinato dizionario, comprendendo non solo film, ma anche telefilm e cortometraggi per dare un quadro complessivo del fenomeno. Di particolare interesse è anche la prima parte del libro, che precede il dizionario e compie un’articolata disamina sul ruolo delle bambole e dei pupazzi nel cinema (non solo) di genere, con riferimenti alle ascendenze folcoloristiche e letterarie. In appendice, uno spazio è dedicato anche ai film sugli spaventapasseri, che pupazzi non sono in senso stretto, ma in fondo fanno parte della categoria perché non sono altro che simulacri inanimati (nella realtà, non nei film, naturalmente, dove invece si muovono assai) degli esseri umani, proprio come le bambole.
In quanto prevalentemente dizionario, il libro - del quale ho avuto il piacere di scrivere l’introduzione - è soprattutto di consultazione, ma si legge volentieri anche senza necessità di trovare questo o quel film e testimonia di una passione sfrenata e di una competenza raggiunta sul campo con dedizione e serietà. Perciò, chi è appassionato di bambole malefiche troverà di che divertirsi.
lunedì 20 ottobre 2014
Dracula Untold
Pochi personaggi sono stati utilizzati più di Dracula sugli schermi cinematografici ed è perciò più che naturale che si siano cercati modi diversi di proporlo, anche se, per la verità, la maggior parte delle volte ci si è appoggiati su schemi più che abusati. In questo contesto, c'è anche da dire che uno degli spunti che più hanno colpito negli ultimi decenni la fantasia degli autori è stato il retroterra storico che per primi Radu Florescu e Raymond T. McNally avevano individuato nei primi anni '70 con un libro che fece epoca, Alla ricerca di Dracula. Da allora è stato un fiorire di prologhi e flashback con Vlad l'Impalatore. Anche Coppola non mancò di servirsene, ma è stato solo uno tra molti.
Adesso esce Dracula Untold, un film diretto da Gary Shore e dotato di un bel budget, che si dedica a raccontarci le origini di Dracula intrecciandole, più o meno, con i fatti storici di Vlad Tepes. Se volete sapere cosa ne penso, potete, come sempre, andare sul sito di MyMovies, proprio qui, e leggere la recensione che ho scritto.
A margine, per chi fosse invece interessato a vedere un documentario sul Vlad storico, ricordo che esiste - e non è nemmeno troppo difficile trovarlo - In search of Dracula, diretto da Calvin Floyd: in sostanza, è una sorta di versione - in bignami - del libro che ho citato sopra e vale soprattutto per la presenza di Christopher Lee, che compare come se stesso, come Vlad e come Dracula, nientemeno.
Qui sopra invece un'immagine di Sarah Gadon, che in Dracula Untold interpreta la parte della moglie di Vlad, mentre Vlad è ben interpretato da Luke Evans.
Adesso esce Dracula Untold, un film diretto da Gary Shore e dotato di un bel budget, che si dedica a raccontarci le origini di Dracula intrecciandole, più o meno, con i fatti storici di Vlad Tepes. Se volete sapere cosa ne penso, potete, come sempre, andare sul sito di MyMovies, proprio qui, e leggere la recensione che ho scritto.
A margine, per chi fosse invece interessato a vedere un documentario sul Vlad storico, ricordo che esiste - e non è nemmeno troppo difficile trovarlo - In search of Dracula, diretto da Calvin Floyd: in sostanza, è una sorta di versione - in bignami - del libro che ho citato sopra e vale soprattutto per la presenza di Christopher Lee, che compare come se stesso, come Vlad e come Dracula, nientemeno.
Qui sopra invece un'immagine di Sarah Gadon, che in Dracula Untold interpreta la parte della moglie di Vlad, mentre Vlad è ben interpretato da Luke Evans.
mercoledì 15 ottobre 2014
6 Reels Under di David Del Valle
Sotto molte vesti - da quella del critico/storico del cinema a quella di agente e promotore, da quella di giornalista a quella di conduttore radiotelevisivo - David Del Valle ha percorso svariati decenni di cinema scrivendo diversi libri interessanti, caratterizzati dalla profonda conoscenza anche personale dell’oggetto della sua analisi. In sostanza, per motivi di lavoro e di interesse specifico sul soggetto e sull’oggetto, Del Valle ha conosciuto personalmente e intervistato (non solo, di alcuni è diventato anche agente e amico) molte delle star del cinema di genere, anche quelle che normalmente non erano colpite dalla luci dei riflettori.
Questa conoscenza diretta rende i libri di Del Valle particolarmente interessanti perché permettono di conoscere lati insoliti o, più semplicemente, “umani” di attori e attrici che siamo stati abituati a vedere sullo schermo. E Del Valle, con una scrittura piana ma non banale, è generalmente in grado di illuminare con aneddoti e ricordi la personalità degli intervistati in modo da dare al lettore l’impressione di averli conosciuti anche lui.
6 Reels Under (BearManor Media, 2012, 252 pagine, rigorosamente in inglese) è un libro che si fa legge compulsivamente, nella sua parata di volti dimenticati o indimenticabili, ciascuno dei quali con una sua storia e un suo retroterra diverso. Ci sono i capitoli che potrei definire “sereni”, dedicati a personaggi la cui sorte non è stata avversa e che Del Valle ha conosciuto bene e dei quali è diventato amico, come Barnara Steele, Martine Beswicke e Vincent Price. La lettura di questi capitoli è interessante e divertente anche per ciò che riguarda gli aneddoti cinematografici (come il ricordo, per esempio, che Martine Beswicke ha di Franco Franchi in Ultimo tango a Zagarol).
Poi ci sono i ricordi di persone che hanno avuto destini ben diversi. In questi casi - come per Robert Quarry (l’indimenticato Conte Yorga del dittico AIP) e Yvette Vickers (co-protagonista di Attack of the 50 Foot Woman) - la penna di Del Valle trova le parole giuste per rendere la desolazione e la tristezza di tramonti ben poco poetici (la sorte di Yvette Vickers è stata particolarmente amara).
Ma non mancano momenti bizzarramente weird, con ritratti vividi di comportamenti e personaggi sopra le righe e insoliti al punto da essere quasi minacciosi, pur senza perdere di vista la profonda umanità anche di questi comportamenti: magistrale, in questo senso, è il capitolo dedicato ad Aubrey Morris, attore comparso in moltissimi film, ma che rimane soprattutto celebre per una piccola ma significativa parte in Arancia meccanica.
Sentiti e significativi sono anche i ricordi di personaggi assai diversi tra loro come Forrest J. Ackerman (che con la rivista Famous Monsters of Filmland ha in sostanza creato il fandom), Dennis Hopper o gli attori ora dimenticati, ma realmente indimenticabili come Eric Portman e Reggie Nalder (attore quest’ultimo che aveva una presenza assolutamente unica). Il capitolo su Michael Gough (Konga, Gli orrori del museo nero, Dracula il vampiro e moltissimi altri, anche se gli spettatori lo ricorderanno probabilmente solo per essere stato il maggiordomo Alfred dei Batman di Tim Burton e Joel Schumacher) è delizioso e rivelatore In sostanza, una lettura non solo consigliabile, ma direi quasi necessaria per chi ama il cinema di genere e i suoi eroi, soprattutto quelli non celebrati.
Questa conoscenza diretta rende i libri di Del Valle particolarmente interessanti perché permettono di conoscere lati insoliti o, più semplicemente, “umani” di attori e attrici che siamo stati abituati a vedere sullo schermo. E Del Valle, con una scrittura piana ma non banale, è generalmente in grado di illuminare con aneddoti e ricordi la personalità degli intervistati in modo da dare al lettore l’impressione di averli conosciuti anche lui.
6 Reels Under (BearManor Media, 2012, 252 pagine, rigorosamente in inglese) è un libro che si fa legge compulsivamente, nella sua parata di volti dimenticati o indimenticabili, ciascuno dei quali con una sua storia e un suo retroterra diverso. Ci sono i capitoli che potrei definire “sereni”, dedicati a personaggi la cui sorte non è stata avversa e che Del Valle ha conosciuto bene e dei quali è diventato amico, come Barnara Steele, Martine Beswicke e Vincent Price. La lettura di questi capitoli è interessante e divertente anche per ciò che riguarda gli aneddoti cinematografici (come il ricordo, per esempio, che Martine Beswicke ha di Franco Franchi in Ultimo tango a Zagarol).
Poi ci sono i ricordi di persone che hanno avuto destini ben diversi. In questi casi - come per Robert Quarry (l’indimenticato Conte Yorga del dittico AIP) e Yvette Vickers (co-protagonista di Attack of the 50 Foot Woman) - la penna di Del Valle trova le parole giuste per rendere la desolazione e la tristezza di tramonti ben poco poetici (la sorte di Yvette Vickers è stata particolarmente amara).
Ma non mancano momenti bizzarramente weird, con ritratti vividi di comportamenti e personaggi sopra le righe e insoliti al punto da essere quasi minacciosi, pur senza perdere di vista la profonda umanità anche di questi comportamenti: magistrale, in questo senso, è il capitolo dedicato ad Aubrey Morris, attore comparso in moltissimi film, ma che rimane soprattutto celebre per una piccola ma significativa parte in Arancia meccanica.
Sentiti e significativi sono anche i ricordi di personaggi assai diversi tra loro come Forrest J. Ackerman (che con la rivista Famous Monsters of Filmland ha in sostanza creato il fandom), Dennis Hopper o gli attori ora dimenticati, ma realmente indimenticabili come Eric Portman e Reggie Nalder (attore quest’ultimo che aveva una presenza assolutamente unica). Il capitolo su Michael Gough (Konga, Gli orrori del museo nero, Dracula il vampiro e moltissimi altri, anche se gli spettatori lo ricorderanno probabilmente solo per essere stato il maggiordomo Alfred dei Batman di Tim Burton e Joel Schumacher) è delizioso e rivelatore In sostanza, una lettura non solo consigliabile, ma direi quasi necessaria per chi ama il cinema di genere e i suoi eroi, soprattutto quelli non celebrati.
lunedì 13 ottobre 2014
No Good Deed
I thriller con gli assassini suonati e seriali sono sempre di moda, per così dire. O almeno continuano a farsene. Se poi si traducono nell'invasione di una casa abitata da una donna apparentemente indifesa non fanno che rimpolpare un sottogenere nel sottogenere. Se infine vi è di mezzo la richiesta di una telefonata per chiamare il carro attrezzi state pur certi che la sensazione di déjà vu sarà fortissima (ma per vedere come una situazione del genere possa comunque essere condotta con arguzia e possa suscitare notevole tensione consiglio la visione di Lo sconosciuto alla porta, un vecchio film di Fred Walton, che poi non era altro che il seguito del suo film più famoso, quello sì un prototipo sotto molti aspetti).
Comunque, tutto questo per dire che ne sta per uscire un altro: si tratta di No Good Deed di Sam Miller e se vi interessa leggere la mia recensione, basta che andiate qui, sul sito di MYmovies. Lo interpretano Idris Elba e Taraji P. Henson, ma quella che vedete qui sopra è Kate del Castillo, che ha un ruolo di supporto.
Sam Miller ha un curriculum soprattutto televisivo, ma mi ha incuriosito vedere che ha diretto, sempre per il piccolo schermo, una relativamente recente di The Quatermass Experiment, quel super classico del fantahorror scritto dal grande Nigel Kneale che venne prodotto per la tv inglese nel 1953 e poi adattato per il grande schermo dalla Hammer (qui da noi fu intitolato L'astronave atomica del dottor Quatermass) che proprio con quel film iniziò la sua leggendaria parabola nel genere horror.
Comunque, tutto questo per dire che ne sta per uscire un altro: si tratta di No Good Deed di Sam Miller e se vi interessa leggere la mia recensione, basta che andiate qui, sul sito di MYmovies. Lo interpretano Idris Elba e Taraji P. Henson, ma quella che vedete qui sopra è Kate del Castillo, che ha un ruolo di supporto.
Sam Miller ha un curriculum soprattutto televisivo, ma mi ha incuriosito vedere che ha diretto, sempre per il piccolo schermo, una relativamente recente di The Quatermass Experiment, quel super classico del fantahorror scritto dal grande Nigel Kneale che venne prodotto per la tv inglese nel 1953 e poi adattato per il grande schermo dalla Hammer (qui da noi fu intitolato L'astronave atomica del dottor Quatermass) che proprio con quel film iniziò la sua leggendaria parabola nel genere horror.
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venerdì 3 ottobre 2014
I due volti di gennaio
Di Patricia Highsmith ho letto molto e sempre con piacere perché è stata una giallista - per quanto il termine possa essere, e certamente è nel suo caso, riduttivo - di particolare sensibilità e acume, capace di scavare nell'animo umano con lo spirito della speleologa della psiche. Il cinema si è spesso interessato alle sue trame insolite e anticonvenzionali traendone spunto per pellicole difficili da dimenticare. Se solo dico Tom Ripley si aprono cateratte nella memoria cinematografica tali da inondare di immagini e ricordi assai diversi.
Lo sceneggiatore Hossein Amini ha scelto una romanzo della Highsmith per il suo esordio cinematografico e, appoggiandosi a un cast di rilievo con Viggo Mortensen e Kirsten Dunst in evidenza (ma c'è anche Oscar Isaac che molti ricorderanno in A proposito di Davis), ha realizzato I due volti di gennaio, che sta per uscire anche da noi.
Chi vuole leggere che cosa ne penso, può cliccare qui e catapultarsi sul sito di MYmovies.
Qui sopra Kirsten Dunst (per chi non l'avesse riconosciuta).
Lo sceneggiatore Hossein Amini ha scelto una romanzo della Highsmith per il suo esordio cinematografico e, appoggiandosi a un cast di rilievo con Viggo Mortensen e Kirsten Dunst in evidenza (ma c'è anche Oscar Isaac che molti ricorderanno in A proposito di Davis), ha realizzato I due volti di gennaio, che sta per uscire anche da noi.
Chi vuole leggere che cosa ne penso, può cliccare qui e catapultarsi sul sito di MYmovies.
Qui sopra Kirsten Dunst (per chi non l'avesse riconosciuta).
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