L’esame approfondito di un particolare aspetto del multiforme e sterminato mondo del cinema ha sempre rappresentato una delle modalità più interessanti - per la possibilità che possiede in nuce di raggiungere l’esaustività, essendo più ridotto l’ambito - in cui si può esprimere la critica cinematografica. I sottogeneri e i filoni specifici sono quindi un oggetto su cui ci si può esercitare proficuamente.
Con La notte più lunga del mondo - Evil Dolls Movies (Universitalia, 360 pagine, € 24,90), Samuele Zàccaro fa proprio questo dando corpo a un esame molto dettagliato della miriade di film che si sono occupati di “pupazzi, bambole e manichini”, per riprendere il sottotitolo del libro.
La quantità di film che hanno fatto questo - e cioè si sono occupati di evil dolls - è per certi versi sorprendente e, come tipico dell’horror, proviene dalle più varie latitudini (va precisato, comunque, che non solo di horror si occupa il libro). Zàccaro ne fa un ordinato dizionario, comprendendo non solo film, ma anche telefilm e cortometraggi per dare un quadro complessivo del fenomeno. Di particolare interesse è anche la prima parte del libro, che precede il dizionario e compie un’articolata disamina sul ruolo delle bambole e dei pupazzi nel cinema (non solo) di genere, con riferimenti alle ascendenze folcoloristiche e letterarie. In appendice, uno spazio è dedicato anche ai film sugli spaventapasseri, che pupazzi non sono in senso stretto, ma in fondo fanno parte della categoria perché non sono altro che simulacri inanimati (nella realtà, non nei film, naturalmente, dove invece si muovono assai) degli esseri umani, proprio come le bambole.
In quanto prevalentemente dizionario, il libro - del quale ho avuto il piacere di scrivere l’introduzione - è soprattutto di consultazione, ma si legge volentieri anche senza necessità di trovare questo o quel film e testimonia di una passione sfrenata e di una competenza raggiunta sul campo con dedizione e serietà. Perciò, chi è appassionato di bambole malefiche troverà di che divertirsi.
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