martedì 31 maggio 2011

Don't Look Up


Una percentuale indefinita, ma consistente, del cinema di oggi, soprattutto di quello horror, è costituita dai remake. Per chi ha visto anche gli originali questo è generalmente un male, mentre per chi non li ha visti può essere un fatto ininfluente se non per la circostanza che spesso allontana per sempre dalla visione del prototipo. In ogni caso, il fenomeno denota quantomeno una carenza di fantasia, anche se le idee originali sono in effetti merce assai rara. "If there's an original thought out there, I could use it right now" come ha scritto Bob Dylan (o forse è stato Sam Shepard? Difficile dirlo, quella l'hanno scritta insieme: il verso c'era anche nella primigenia versione. Chi non capisce di cosa sto parlando non si preoccupi, appartiene alla stragrande maggioranza).

Comunque, per tornare sul pezzo, accade anche che si prenda un regista di Hong Kong per rifare un film di un regista giapponese: un remake americano, per l'appunto. Il film in questione è Don't Look Up, il regista di Hong Kong è Fruit Chan (che ha fatto passare a molti la voglia di mangiare ravioli cinesi con il suo Dumplings) e quello giapponese è Hideo Nakata. Chi ha voglia di leggere cosa ne ho scritto deve solo andare qui a leggersi la nuova puntata di Horror Frames su MyMovies.

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