venerdì 11 settembre 2009

George A. Romero e il Dizionario dei film horror


Dopo Joe Dante, George A. Romero. Sempre direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia e sempre grazie all’intervento decisivo dell’Editore Corte del Fontego.

Agli appassionati di horror c’è bisogno di dire chi è Romero? Preferisco limitarmi a dire che è il mio regista di horror preferito. Un autore originale, inventivo, con uno stile riconoscibilissimo e del tutto personale, capace di restare fedele a se stesso e alla sua integrità artistica in un ambiente nel quale non è per niente facile. Ricordato soprattutto per i suoi film sugli zombie - “mostri” sostanzialmente inventati da lui, nella forma in cui li conosciamo oggi - è stato anche autore di pellicole del tutto diverse, spesso caratterizzate da una significativa unicità nell’approccio: nessuno ha mai fatto un film di “vampiri” come Martin e nessuno ha fatto un film di “streghe” come Jack’s Wife. Per non parlare dei film che appartengono a un genere a sé, come Knightriders.

Restando agli zombi, La notte dei morti viventi ha rappresentato uno scrimine sostanziale nel cinema horror e Romero può essere visto come il padre dell’horror moderno (senza che questo debba attribuirgli le colpe dei figli degeneri, mi raccomando). Quando l’ho visto nel 1971 in un cinemino della mia città ero molto giovane, ma quel film mi ha subito colpito per la sua diversità da qualunque cosa avessi visto sino a quel momento e per il disagio che provocava la sua visione, attraverso l'esposizione a tematiche insolite in un film di genere.

Quindi, vedere il buon vecchio George con in mano una copia del mio Dizionario è una bella soddisfazione, a livello simbolico.

Romero ha presentato a Venezia il suo nuovo film, Survival of the Dead, una nuova entrata in un ciclo - quello dei morti viventi - che negli ultimi anni ha avuto una notevole accelerata. Dopo la prima classica trilogia composta da La notte dei morti viventi, Zombi e Il giorno degli zombi, Romero ha realizzato una sorta di seconda trilogia - se non altro per la vicinanza nella produzione - comprendente La terra dei morti viventi, Diary of the Dead e quest'ultimo Survival of the Dead.

Anche questa foto è stata scattata dall’impavido Alberto Gerotto.

2 commenti:

Enrico Faccini ha detto...

Ce l'hai fatta finalmente, buon vecchio Rudy! Bella soddisfazione, il tuo tomo in mano al maestro.
Sei riuscito a conferire di persona con G.A.R.?

Peraltro ho ceduto alla tentazione di affittare il remake di Dawn of the Dead, quello di Zack Snyder, per scoprire quel che già era immaginabile: buona confezione, ma poca della sostanza politica e metaforica dell'originale. Pur con qualche buon momento: l'inizio con la bambina contaminata che aggredisce i genitori mi à piaciuto, anche il sottofinale pur debitore alla moda-espediente della finta ripresa amatoriale con telecamera (Cloverfield ecc., peraltro non ho visto ancora Diary of the Dead a parte alcuni clip su Youtube). è piuttosto efficace e disturbante.

Rudy Salvagnini ha detto...

Macché, io non c'ero... è stato tutto merito dell'Editore e di Alberto Gerotto che hanno tampinato George che, molto cordialmente, ha acconsentito alla foto (e ad altre, mentre autografa il Dizionario alla voce La notte dei morti viventi).
Il film di Snyder è in effetti un buon remake, diversamente da altri remake di film di Romero: non è all'altezza dell'originale, ma probabilmente non poteva esserlo.