mercoledì 4 marzo 2015

The Night We Called It a Day: il nuovo video di Bob Dylan

Il nuovo video di Bob Dylan è dedicato alla canzone The Night We Called It a Day, tratta dall’album di standard sinatriani Shadows in the Night, ed è un divertito omaggio al mondo del noir, del quale recupera le scelte figurative, con un bianco e nero modulato in ombre e luci, e i personaggi tipici, non esclusa la dark lady, che del noir è presenza caratteristica e quasi imprescindibile.

Come ho scritto più volte, anche nel mio Il cinema di Bob Dylan, Dylan ha spesso mostrato interesse per il cinema e per il cinema noir in particolare. Già una volta aveva tentato di utilizzarne stili e contenuti per un video, ma quella volta l’esperimento era sostanzialmente fallito, pur se i presupposti sembravano ideali. Il regista prescelto infatti era Paul Schrader, un autore di tutto rilievo, avvezzo ad aggirarsi nei meandri esistenziali dei thriller neo-noir. Anche la canzone prescelta quella volta (Tight Connection to My Heart) era “giusta” perché ricca in sé di riferimenti a quel mondo con citazioni bogartiane o comunque hard-boiled e una “storia” che era un film in miniatura, opaca e sfuggente come quelle dei noir. E tutto l’album da cui quella canzone era tratta (Empire Burlesque) si segnalava per un gioco di rimandi e citazioni cinematografiche. La scarsa convinzione di Schrader e un approccio forse troppo moderno e di (volontaria o involontaria) parodia portarono alla scarsa riuscita del tentativo, all’interno del quale Bob Dylan, come “attore”, risultava spaesato.

Gli ultimi video mostrano invece un Dylan più a suo agio, fermamente intenzionato a divertirsi impersonando dei cliché che gli sono evidentemente cari. Nash Edgerton, regista di tutti gli ultimi video di Dylan, sembra aver trobvato la chiave giusta per valorizzarlo con una sapiente miscela di anticonformismo, ironia ed eleganza formale, spesso all’insegna di una violenza che nel caso del video di Duquesne Whistle era “realistica” e metaforica e qui è invece chiaramente ironica e, se può esserlo la violenza, nostalgica.

Bob Dylan, in un ruolo affabilmente bogartiano, è affiancato in modo godibile da un veterano di Hollywood come Robert Davi (Trappola di cristallo e moltissimi altri film), faccia giusta da gangster se mai ve ne sono state, e si esibisce in un simpatico intreccio da doppio-triplo gioco, cui si presta anche una bionda dark lady dallo sguardo assassino, interpretata in modo più che adeguato da Tracy Phillips.

L’effetto complessivo è gradevole e a volte spiazzante. La ricerca formale non è tanto rivolta a una ricreazione esatta del noir degli anni ‘40, quanto a quella della sua “idea”, del suo “mito” e in questo senso si giustificano anacronismi e apparenti imprecisioni filologiche. Come nel caso di Duquesne Whistle, ciò che accade nel video non ha diretto collegamento con la canzone, ma se in quel caso esprimeva comunque in un certo modo l’anima dell’album da cui era tratta (Tempest), in questo caso rimanda al mondo fumoso e torbido dei night club cui The Night We Called It a Day comunque appartiene.



Il video è facilmente vedibile su YouTube.

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