mercoledì 26 giugno 2013

Richard Matheson (20 febbraio 1926 – 23 giugno 2013)

Assieme a Kurt Vonnegut, ma certamente per altri versi, è stato lo scrittore che più mi ha influenzato. Era confortante sapere che era ancora vivo e attivo. Adesso che è morto resta il conforto di sapere che ha avuto una vita lunga, produttiva e ricca di successi. Maestro della paranoia e degli incubi quotidiani, ha spaziato per i generi e per i mezzi espressivi diventando anche uno dei più grandi sceneggiatori cinematografici (il ciclo da Poe di Corman resta forse il suo esercizio più famoso; il film Night Creatures da Io sono leggenda per la Hammer, non realizzato per il divieto della censura inglese, forse il rimpianto più forte).

La sua influenza ha colpito tutti o quasi quelli che si sono occupati di horror a livello di scrittura o, conseguentemente, di cinema. King lo considerava uno dei suoi maestri. Spielberg, ho letto, ha detto che era un grande, della stessa categoria di Bradbury e Asimov. Capisco il senso della sua dichiarazione, ma disapprovo in parte: Matheson era più grande di entrambi. George A. Romero ha confessato anche a Matheson in persona d'aver preso spunto da Io sono leggenda per La notte dei morti viventi. La cosa divertente è che Matheson gli chiese se ci avesse guadagnato e quando Romero gli rispose che il film non gli aveva reso niente, Matheson gli disse, più o meno, che allora non c'erano problemi.

Qualcuno gli aveva rimproverato certe scivolate mistiche e sentimentali nella sua tarda e semi-tarda produzione, ma chi non diventa più soft con l'andare degli anni? Quello che Matheson ha fatto è così tanto che ogni eventuale piccolo o grande difetto era (ed è) perdonato in automatico e in ogni caso l'aver cercato strade nuove e diverse era la testimonianza di un autore ancora vivo e cangiante.

Teorizzatore - nella pratica, se così si può dire - dell’importanza della storia sui personaggi e sull’ambientazione, rendeva questi e quella solo nella misura in cui erano funzionali alla storia, alla narrazione. I suoi protagonisti erano degli everyman, eravamo noi ed erano lui, immersi nelle profondità oscure e ineluttabili della vita a fronteggiare un imponderabile indissolubilmente radicato nella realtà, una realtà trasfigurata ma non per questo meno reale. Per la sua biografia, andate a leggere i vari necrologi di questi giorni. Ma soprattutto andate a leggere i suoi libri, se non li avete ancora letti, e rileggeteli se l’avete già fatto: grazie a Fanucci molti di loro sono ancora in stampa. Quelli che mancano li potete trovare su qualche bancarella nelle vecchie edizioni o direttamente in inglese (qualcuno non è stato edito, a quanto mi risulta, tipo Now You See It...: non eccezionale, ma interessante). Gli imprescindibili, a mio avviso, sono Io sono leggenda, Tre millimetri al giorno, Io sono Helen Driscoll. E non trascurate i racconti: era un maestro delle short stories (alcune di queste hanno fatto la storia della televisione nella serie Ai confini della realtà).

3 commenti:

Samuele ha detto...

Lo leggo solo ora! Tristezza.Sono d'accorso su tutto il tuo articolo. In effetti il libro Al di là dei sogni era un po' new age (espressione da prendere molto in senso lato) ma era un Grande.
Punterei l'attenzione soprattutto sui suoi racconti, che portano l'horror in metropoli togliendo le ambientazioni gotiche che fino a quel momendo andavano pressocché in esclusiva.

Anonimo ha detto...

Mi unisco al cordoglio per la perdita di uno degli ultimi grandi... mi chiedo se ne sia rimasto qualcuno.
Parlando d'altro, mi chiedevo se tu avessi preso imn considerazione per il tuo dizionario "amanti criminali" di Ozon ed eventualmente le ragioni per le quali non possa essere considerato un horror.

Rudy Salvagnini ha detto...

Ho visto Amanti criminali oltre 10 anni fa durante il mio periodo ozoniano (in cui, essendomi imbattuto nelle opere di quel regista ed essendomi piaciute, me le sono viste tutte di seguito): mi era piaciuto, ma non l'ho mai ritenuto un horror, ma più un crime movie sanguinario. I confini sono labili e magari mi sono sbagliato, ma è andata così. Dovrei rivederlo... ma come dicevano una volta in tv, il tempo è tiranno.