Tra i film del passato recuperati e inseriti nella seconda edizione del mio Dizionario dei film horror (Corte del Fontego) - dell’argomento ho parlato qui - vorrei soffermarmi un momento su uno dei più elusivi, diretto da un regista la cui carriera è tutto fuorché lineare o prolifica.
Ghost Story, inedito in Italia, è uscito nel 1974, in un’epoca in cui l’horror britannico, cui appartiene produttivamente pur essendo stato girato in India (che funge da Inghilterra), era in fase calante, diretto verso una dissoluzione che presto sarebbe stata pressoché totale. Il regista è Stephen Weeks, all’epoca giovane e promettente (è del 1948): aveva esordito pochi anni prima con La vera storia del dottor Jekyll (anch’esso naturalmente compreso nel Dizionario, già dalla prima edizione), ennesima trasposizione cinematografica del romanzo breve di Stevenson. Un film non privo di pregi (e impreziosito da una grande interpretazione di Christopher Lee nel ruolo principale, oltre che da un sempre ottimo Peter Cushing in un ruolo di supporto), ma sostanzialmente irrisolto a causa degli insanabili contrasti tra Weeks e la produzione (la Amicus, la casa famosa per gli horror a episodi).
Autore assolutamente ostile all’omologazione, Weeks non ha avuto vita facile. Si era fatto notare soprattutto con il cortometraggio 1917 (1970), per il quale aveva avuto il supporto del mitico Tony Tenser (di Tenser ho parlato qui), ma dopo le vicissitudine di La vera storia del dottor Jekyll e quelle, non inferiori, di Gawain and the Green Knight (1973), aveva puntato tutto su Ghost Story, un horror del tutto atipico, appartenente a una tipologia sostanzialmente inesistente. Del film - che recupera in modo singolare la tradizione britannica delle storie di fantasmi - ho già scritto sul Dizionario, a cui rimando. Segnalo però la presenza di Marianne Faithfull - allora appena uscita dalla fase di icona rock e in un periodo assai problematico della sua vita.
È comunque da sottolineare che, dopo essere vissuto nel limbo per decenni, il film è da un paio d’ani disponibile, per il mercato inglese, in una ricca versione in doppio dvd (Nucleus Films) con parecchi extra interessanti: commento audio con Stephen Weeks, un documentario sul film di ben 72’, sequenze alternative e sette cortometraggi di Weeks tra cui, appunto, il celebrato 1917. Da non perdere.
Successivamente, Weeks ha diretto solo un altro film - Sword of the Valiant con Sean Connery, una sorta di remake di Gawain and the Green Knight - per poi dedicarsi ad altro che non aveva niente a che fare con il cinema, com’è avvenuto a un altro grande dell’horror inglese, Pete Walker.
giovedì 26 aprile 2012
Il Dizionario dei film horror e Ghost Story
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