martedì 26 ottobre 2010

Flani (8): Fluido mortale


Oggi è più noto come Blob e con questo titolo è recentemente uscito in dvd, ma allora era noto con il suo titolo italiano primigenio, Fluido mortale. Tanto noto che anche il remake del 1988 (un altro dovrebbe essere in arrivo l’anno prossimo) è stato tradotto con un titolo molto simile, Il fluido che uccide.

Uscito nel 1958, il film è stato riedito - come si usava una volta, nell’epoca antecedente all’home video - nell’agosto 1973 ed è a quella riedizione che appartiene il flano che vedete qui sopra. La datazione della riedizione - oltre che perché ve l’ho già detta io - è anche e comunque evidente dallo slogan che tenta disperatamente di farlo passare per un giallo, genere al momento in gran voga, dato che allora si era nel pieno dell’ondata argentiana, sia con i film di Argento sia con quelli dei suoi emuli, imitatori o autonomi prosecutori che dir si voglia.

Ovviamente,
Fluido mortale non è un giallo, ma un inventivo e spavaldo fantahorror interpretato niente meno che da uno Steve McQueen non ancora famoso (all’epoca della prima uscita del film). Naturalmente l’ho rivisto al cinema in quella occasione - al cinema Altino, un cinema che, altrettanto naturalmente, non c’è più - ma l’avevo già visto prima ed era stata una visione indelebile che ancora ricordo sia per il film sia per l’effetto che mi aveva fatto. L’avevo visto infatti a otto-nove anni in un cinema parrocchiale dove andavo ogni domenica e penso sia stato il film che mi ha fatto più paura in assoluto perché il suo mostro - una massa marmellatosa che inglobava gli umani, un blob appunto - era assolutamente silenzioso e quindi non potevi anticipare quando ti sarebbe capitato addosso. Nel buio della mia cameretta - classica frase - quella notte mi aspettavo da un momento all’altro di andare a far parte di una marmellatona. La notte dopo già mi ero tranquillizzato, ma penso che quel film sia stato cruciale per convertirmi all’horror.

Visto oggi magari può sembrare ingenuo e formulaico, ma contiene diverse idee ancora buone e assai imitate: se vi capita e non l’avete ancora visto, dategli un’occhiata, è un ottimo esempio del sense of wonder un po’ deviato della fine degli anni ’50. La coppia produttore-regista Jack B.Harris e Irvin S. Yeaworth ne ha realizzato un altro paio di campioni (meno validi, ma interessanti):
Delitto in 4a dimensione e Dinosaurus!.

lunedì 25 ottobre 2010

I mercoledì di Pippo su Disney Big n. 31


Come ho già spiegato non è il caso che segnali ogni mia uscita fumettistica, ma ci sono casi in cui non mi posso esimere. Com’era già successo tempo fa per Topan il barbaro (e ne avevo parlato qui), su Disney Big - nel n. 31 attualmente in edicola - è stato ristampato un certo numero di episodi di un’altra mia serie, un po’ più nota, I mercoledì di Pippo.

È una serie a cui sono molto legato per vari motivi e che ho creato nel 1991 con la storia
Pippo e il giallo a premi, che ancora non era un Mercoledì di Pippo. La serie vera e propria, nata con il decisivo stimolo di Lino Gorlero (disegnatore di Pippo e il giallo a premi e di parecchi Mercoledì), parte invece con Il segreto di Shazan. In tutto, compreso Pippo e il giallo a premi, sono 34 storie.

Gli episodi ristampati su
Disney Big sono quattro, alcuni già ristampati, ma uno - La cappa e la spada - alla prima ristampa da quando è stato pubblicato su Topolino 2219 del 1998. Gli episodi sono questi:

Il cavaliere quasi solitario (disegni di Silvio Camboni): nono Mercoledì in ordine di scrittura;
Il maniero del brivido (disegni di Massimo De Vita): decimo Mercoledì in ordine di scrittura;
Pirati all’arrembaggio (disegni di Lino Gorlero): ottavo Mercoledì in ordine di scrittura;
La cappa e la spada (disegni di Alessandro Perina): ventiduesimo Mercoledì in ordine di scrittura.

La serie, con un formato molto particolare e una sostanziale inversione di ruoli tra Topolino e Pippo (che però mantenevano le loro caratteristiche), prendeva di volta in volta in giro i vari filoni narrativi creandone una versione alla Pippo. Lo scopo era di riderci sopra, naturalmente. Con grande libertà.

domenica 24 ottobre 2010

Paranormal Activity 2


Inserisci linkIl seguito del film fenomeno (paranormale) della scorsa stagione è uscito e quindi non mi resta che segnalare la recensione che ho scritto al proposito su MyMovies. Chi vuole leggerla basta che vada qui. A giudicare dall'esito del primo giorno d'uscita negli USA (con circa 20 milioni di dollari già incassati), pare che anche questo secondo seguito - diversamente da quello di The Blair Witch Project - sia destinato a incassi ragguardevoli: che sia il preludio al terzo episodio? Probabile, visto anche il finale di questo sequel (che in realtà è un prequel-sequel).

Qui sopra un'immagine dal film.

sabato 23 ottobre 2010

Brandeis University 10 maggio 1963: Bob Dylan in concerto


Quando pensi che abbiano tirato fuori tutti i conigli dal cappello - almeno da un determinato cappello perché nel caso di Bob Dylan ce ne sono parecchi - qualcosa riesce ancora a sorprenderti, come il recupero imprevisto di un concerto, quasi integrale, risalente a oltre 47 anni fa e sinora mai distribuito neanche in bootleg.

Si tratta del concerto tenuto da Dylan alla Brandeis University il 10 maggio 1963 nell’ambito del Brandeis University Folk Festival di Waltham, Massachusetts. Dopo l’annuncio che sarebbe stato allegato come freebie al volume 9 della Bootleg Series (The Witmark Demos 1962-1964) e alla collezione di registrazioni mono dei primi album (da quello omonimo iniziale a John Wesley Harding), finalmente ho potuto entrarne in possesso e ascoltarlo.

Lo spirito è quello che abbiamo già avuto modo di sentire da altre registrazioni dell’epoca, ma è un’aggiunta importante al canone dylaniano, non foss’altro che per la buona qualità della registrazione e dell’interpretazione. La prima cosa che balza all’orecchio è l’attualità costante delle canzoni cosiddette di protesta che allora formavano la parte principale del repertorio dylaniano. Persino l’ironica Talkin’ John Birch Society Blues è ancora perfettamente valida, vista la persistenza delle organizzazioni filonaziste e la oggi anacronistica (ma ancora praticata) insistenza a dare incongruamente del comunista a destra e soprattutto a manca. Ballad of Hollis Brown, poi, in questi tempi di crisi economica è più attuale che mai, mentre Masters of War non è mai andata fuori modo, visto che di guerre pare non se ne possa proprio fare a meno.

La scaletta è interessante e comprende canzoni poco sentite dal vivo, come la struggente Bob Dylan’s Dream, la chilometrica Talkin’ World War III Blues che ironizza sulla paranoia americana o la comica Talking Bear Mountain Picnic Massacre Blues.

Bob Dylan è totalmente padrone delle sue canzoni e del pubblico in un momento di totale sinergia che resta ancorato a quel particolare periodo. Certo, per chi va ai suoi concerti di questi ultimi vent’anni risulta difficile credere che allora ci fosse un pubblico che andava a sentire musica e parole e applaudiva al termine delle singole esibizioni, invece che parlare e urlare per tutta la durata del concerto.

Il Brandeis freebie l’ho avuto prendendo The Witmark Demos, sui quali magari tornerò in futuro: materiale essenziale, ma già noto ai collezionisti. È bene comunque che sia stato pubblicato ufficialmente colmando una lacuna di conoscenza.

martedì 19 ottobre 2010

Devil e La notte dei morti viventi 3D


Doppia segnalazione questa volta. La prima è per la nuova puntata di Horror Frames, la rubrica che scrivo per il sito di MyMovies: stavolta è dedicata al nuovo (vabbe' è del 2006, ma esce solo adesso in dvd) remake di La notte dei morti viventi. La notizia è che stavolta è tridimensionale, l'altra notizia è che tra i protagonisti c'è Sid Haig, il mitico protagonista di Spider Baby, il capolavoro di Jack Hill (o quantomeno uno dei suoi capolavori): se qualcuno non l'ha ancora visto - Spider Baby, intendo - lo veda. Quanto a La notte dei morti viventi, se volete sapere cosa ne penso, andate qui.

L'altra segnalazione riguarda sempre MyMovies ed è relativa alla mia recensione di
Devil, il nuovo film scritto (solo il soggetto) e prodotto da M. Night Shyamalan, l'autore de Il sesto senso e di The Unbreakable. Chi vuole leggerla può andare qui (che è naturalmente un qui diverso dall'altro qui). Il film dovrebbe uscire il 12 novembre al cinema, così vi potete preparare.

Qui sopra, Sid Haig in La notte dei morti viventi 3D.

venerdì 15 ottobre 2010

Beasts in the Cellar di John Hamilton


Tony Tenser (1920-2007) è stato un personaggio chiave del cinema inglese di genere. Uomo d’affari molto attento al lato economico, ma appassionato di cinema, ha saputo coniugare entrambi questi aspetti con una fertile attività produttiva che ha lasciato il segno.

Il libro
Beasts in the Cellar - The Exploitation Film Career of Tony Tenser (FAB Press) di John Hamilton pubblicato nel 2005 ne traccia la vicenda lavorativa in modo esemplare, condensandola in 304 pagine di grande formato riccamente illustrate (in bianco e nero nel testo, più un consistente inserto fuori testo a colori), tracciando contemporaneamente, com’era inevitabile, una vivida parabola dell’industria cinematografica britannica del periodo e dando ancora una volta un esempio di come si possono e si dovrebbero fare i libri sul cinema. La casa editrice è la FAB Press, che della qualità ha fatto una sua prerogativa sin dai tempi della memorabile rivista Flesh and Blood (dal cui acronimo viene il nome della casa editrice).

Tenser ha legato principalmente il suo nome a due case di produzione che ha contribuito a fondare: la Compton Films (assieme a Michael Klinger) e la ben nota Tigon, il cui emblema era appunto uno strano animale metà tigre e metà leone). Per far comprendere la sua importanza, basta ricordare che la Compton è la casa che ha permesso a Roman Polanski di sfondare nel cinema occidentale con
Repulsion e Cul-de-sac. Ma sono targati Compton anche alcuni horror di un certo interesse: La morte nera e Laser X: Operazione uomo.

La Tigon ha avuto vita più lunga e variegata, ma si è distinta in particolare nell’horror. Tenser si era molto legato alla giovane promessa del cinema inglese, Michael Reeves, producendogli
Il killer di Satana (curiosamente, nello staff tecnico c’era anche, a dare una mano, nientemeno che Raquel Welch) e Il grande inquisitore: il secondo è tuttora considerato uno dei migliori horror di sempre. Altri erano in cantiere, ma Reeves morì giovanissimo ad appena 25 anni per un’accidentale overdose di barbiturici, mettendo fine a una carriera di cui si possono solo immaginare i possibili esiti.

Con la Tigon, Tenser ha prodotto horror di vari tipi con risultati assai diversi. Qualche titolo può aiutare a identificare la linea della casa:
Il mostro di sangue con Peter Cushing, Il buio di Michael Armstrong, Black Horror - Le messe nere con il trio Karloff-Lee-Steele, il dirompente (per l’epoca) La pelle di Satana con Linda Hayden, lo zombie-romance Né mare né sabbia. Uno degli ultimi è stato il complesso e affascinante Il terrore viene dalla pioggia, un film fuori tempo diretto da Freddie Francis e interpretato da Peter Cushing e Christopher Lee (ma a brillare è anche Lorna Heilbron).

Tenser ha anche prodotto
1917, il cortometraggio di esordio di un altro all’epoca giovanissimo regista: Stephen Weeks, la cui carriera (o non carriera) è stata comunque unica. Su di lui credo che tornerò in un prossimo post.

La Tigon è stata comunque una casa che agiva ad ampio raggio e per fare solo un esempio ha anche prodotto il curioso western di Burt Kennedy,
La texana e i fratelli penitenza con Raquel Welch.

Significativamente, l’ultimo credit di Tony Tenser è stato un horror giunto agli sgoccioli della stagione dell’horror britannico:
Nero criminale - Le belve sono tra noi di Pete Walker, un film epocale per un’epoca che non c’era più.

Ricco e tranquillo, Tenser si è poi dedicato con successo alla compravendita di immobili e, una volta in pensione, al golf, sorprendendosi che i suoi film fossero ancora ricordati.

Il libro è in inglese, of course.

mercoledì 6 ottobre 2010

Topolino e la principessa del lago invisibile


Nel numero 2863 di Topolino attualmente in edicola, chi vuole può leggersi la storia Topolino e la principessa del lago invisibile che ho scritto per i disegni di Massimo De Vita.

È una storia un po’ particolare per me, nella quale ho cercato di fare qualcosa di diverso da quello che ho fatto negli ultimi anni. C’è il cinema, c’è un mistero, ci sono Topolino e Minni che cercano di concerto la verità per portare un aiuto più che per svelare un enigma, c’è Gambadilegno in un ruolo da criminale vero e proprio, c’è l’Irlanda e c’è anche un colpo di scena che dovrebbe essere spiazzante (anche se in qualche modo questo mi ha fatto ricordare l’annosa e bonaria contesa tra i registi e quelli che realizzano i trailer: come sapete, i primi vorrebbero che i secondi non mostrassero quasi niente per non compromettere l’effetto sorpresa del film e i secondi vorrebbero mettere il più possibile per creare un trailer avvincente e attrarre il pubblico).

Il risultato mi ha soddisfatto e in particolare mi ha fatto molto piacere che la storia sia stata disegnata da Massimo De Vita, uno dei più grandi disegnatori Disney in assoluto. Abbiamo già collaborato nella mia terza storia, l’ormai antica
Topolino e il ricattatore misterioso (anche quella, curiosamente, di ambiente cinematografico) e poi diverse altre volte, tra cui anche dei Mercoledì di Pippo: ogni volta ha saputo rendere alla perfezione storie e atmosfere. E queste, credetemi, sono cose che uno sceneggiatore apprezza molto.

Qui sopra la prima pagina della storia.

martedì 5 ottobre 2010

Benvenuti a Zombieland


La zombie comedy Benvenuti a Zombieland - il cui titolo italiano mi fa inevitabilmente venire in mente un verso di Bob Dylan in altro contesto: Welcome to the land of the living dead (volevo metterlo nel retrocopertina del Dizionario dei film horror) - è l'oggetto della rubrica che scrivo per MyMovies. Bel film, divertente: chi vuole leggere cosa ne penso può trovarlo qui.

Veramente una stranezza che non sia uscito in sala, penso che avrebbe potuto avere un pubblico di riferimento come lo ha avuto negli USA. Del resto, i misteri della distribuzione sono veramente misteriosi come dimostra il fatto che a ormai diversi anni dalla realizzazione - e a diverso tempo dalla distribuzione in dvd persino in Italia - è appena uscito negli Stati Uniti
Case 39, un horror con Renée Zellweger di cui ho parlato in un altro Horror Frames: si vede che avevano bisogno di dare una spolverata agli scaffali delle pizze.

Anyway, qui sopra un'immagine di Woody Harrelson in
Benvenuti a Zombieland: è un attore generalmente simpatico, ma qui lo è più del solito.