giovedì 13 febbraio 2025

Pippoparodie

 

 

In questi giorni è in edicola il nuovo numero dei Classici Disney, il n. 35 per l’esattezza. È dedicato alle Pippoparodie, come da titolo esplicativo, e quella che vedete qui sopra è la spettacolare copertina di Stefano Zanchi (con gli azzeccatissimi colori di Mario Perrotta). La selezione delle storie e la sceneggiatura della frame story (vale a dire la storia di raccordo tra i vari episodi) sono opera mia, mentre i disegni sono dell’ottima Giulia Lomurno, molto abile, in particolare, a rendere l’espressività dei personaggi. Non conoscevo bene le Pippoparodie e mi è molto piaciuto il loro spirito ribaldo e ironico per cui vi consiglio sentitamente la lettura: non credo che rimarrete delusi. In sostanza, se cercate divertimento, lo troverete di sicuro, con un Pippo multiforme sempre all’altezza delle varie situazioni e delle varie epoche in cui sono ambientate le storie. Quanto alla storia di raccordo, come sempre ho fatto del mio meglio per entrare in sintonia con Pippo e la serena e soave leggerezza, da non confondersi assolutamente con la superficialità, con cui affronta la vita. Spero che i lettori, divertendosi con le Pippoparodie, troveranno divertente anche l’episodio di raccordo, pur nella sua brevità. Per chi se lo dovesse chiedere, "poverty row" era il termine con cui venivano indicate le piccole case di produzione a basso (o bassissimo) budget che agivano nella Hollywood dell'epoca d'oro all'ombra delle majors. Case come la PRC o la Monogram, per intenderci, che ogni appassionato di horror (e non solo) ben conosce.