lunedì 29 gennaio 2018

Slumber - il demone del sonno

Questo giovedì esce in sala Slumber - Il demone del sonno un nuovo horror che ha al centro la relazione tra noi umani e i nostri sogni, nonché con, forse, qualcuno o qualcosa che ne approfitta. Alla regia l'esordiente Jonathan Hopkins, mentre la protagonista è Maggie Q, qui sopra in una scena dal film.

Chi è intertessato a sapere che cosa ne penso, può andare qui e leggere la recensione che ho scritto per MYmovies.

mercoledì 24 gennaio 2018

Il vortice dei ricordi al Premio Bancarellino 2018


Ho appreso con piacere che il mio romanzo Il vortice dei ricordi (Alcheringa Edizioni) è stato selezionato tra i 20 libri per ragazzi semifinalisti al prestigioso Premio Bancarellino 2018. Inutile dire che per me è una notizia particolarmente bella.

Chi è incuriosito e vuol leggere il libro può fare riferimento a quest'altro post in cui ho spiegato dove e come procurasrselo. 

Qui sopra, ripropongo l'immagine di copertina, disegnata da Nicola Pasquetto.




domenica 21 gennaio 2018

Japanese Tales of Mystery & Imagination di Edogawa Ranpo

Da molto tempo - in sostanza da quando ho cominciato a interessarmi dei film di Teruo Ishii, che ne era grande ammiratore - desideravo leggere qualcosa di Edogawa Ranpo perché i riflessi cinematografici che mi erano giunti (primo tra tutti il fondamentale Horrors of Malformed Men, proprio di Ishii) mi erano sembrati di assoluta grandezza anche dal punto di vista degli spunti narrativi che li avevano originati e perché mi aveva incuriosito la grande dedizione che aveva spinto questo autore giapponese (il cui vero nome era Taro Hirai) ad assumere uno pseudonimo che nella fonia giapponese richiamava Edgar Allan Poe, suo maestro di riferimento.

Finalmente l’ho fatto, ho letto una raccolta intitolata Japanese Tales of Mystery & Imagination (Tuttle Publishing), comprendente alcuni dei suoi più famosi racconti. Non sono rimasto deluso. Tutt’altro. Ho avuto conferma della grandezza e dell’unicità di Ranpo (1894-1965) e mi sento di consigliare questo libro.

Come Poe, Ranpo alterna racconti di orrore psicologico a storie di detection, dove l’investigazione è anche quella dell’animo umano. In entrambi i casi, Ranpo si dimostra un maestro anche per l’originalità degli spunti che una scrittura piana e gradevole riesce sempre a sviluppare in modo avvincente e suggestivo. Le sue storie sono spesso storie di ossessioni che arrivano al parossismo: che sia quella per gli specchi o quella per un volto femminile visto una volta sola e da ricercare costi quel che costi, sono ossessioni che spingono chi ne soffre alla ricerca dell’assoluto, con esiti a volte sorprendenti. Altre ossessioni sono ancora più bizzarre. Rimane famosa quella che è alla base di uno dei racconti più tipici di Ranpo (The Human Chair) in cui un valente artigiano costruisce una poltrona con un’intercapedine tale da consentirgli di inserirvici dentro e poter sentire su di sé chi si siede sulla poltrona. I riflessi morbosi che spesso si insinuano nei racconti di Ranpo sono un’altra significativa caratteristica della sua scrittura. Basti pensare che nel caso del racconto in questione l’artigiano si innamora di una donna che si siede sulla poltrona (su di lui), anche senza averla mai vista. Un altro racconto famoso è Caterpillar, che nel 2010 Koji Wakamatsu ha portato sullo schermo: è la storia del morboso rapporto tra un reduce di guerra tornato a casa senza arti e sua moglie. E restando in ambito cinematografico anche Gemini (1999) di Sninya Tsukamoto è tratto da un racconto di questa raccolta. Ma sono parecchi i film ispirati a Ranpo ed è inutile cercare di farne un elenco in questa sede.

Nel caso della raccolta in questione, la traduzione è stata supervisionata da Ranpo stesso e quindi si presenta come di particolare interesse. Ranpo, infatti, comprendeva bene l’inglese, anche se non era in grado di scrivere in inglese e quindi di tradurre le proprie opere. Desideroso, però, di portarle a conoscenza del pubblico di lingua inglese si era impegnato in un lungo lavoro con un traduttore suo amico per arrivare a una traduzione fedele e concordata.

Questa raccolta è stata tradotta in italiano con il titolo L’inferno degli specchi nel 2011 (Collezione Urania n. 99). Quindi chi vuole leggerla in italiano sa dove trovarla. Io l’ho letta in inglese in formato Kindle. In qualunque modo vogliate leggerla, non credo ve ne pentirete. Per quanto mi riguarda credo che proseguirò nell'esplorazione del mondo letterario di Ranpo.

giovedì 18 gennaio 2018

Segnocinema 209 e Ugo Liberatore

Certe volte le coincidenze guidano le nostre azioni. Mi è capitato tempo fa di tirare fuori una videocassetta che avevo registrato dalla televisione quasi vent'anni prima e, quasi senza sapere cosa c'era dentro, di inserirla nel videoregistratore (sì, ce l'ho ancora, ovviamente, più d'uno) e di vedere, di conseguenza, Love Maker - L'uomo per fare l'amore. Il titolo un po' fuorviante mi aveva tenuto distante dal film - che però aveva registrato volontariamente - ma vedendolo mi sono reso conto che era un film particolare e decisamente più interessante di quel che pensavo.

Naturalmente il nome di Ugo Liberatore non mi era ignoto e nei primi anni '70 ricordavo che era stato assai in voga per i suoi film erotico-esotico-esistenziale che ero troppo giovane per poter vedere (erano tutti vietati ai 18). Per una ragione o per l'altra negli anni successivi non li avevo recuperati e quindi l'unico Liberatore che avevo visto era Nero veneziano, il suo horror. Pertanto, dopo aver visto Love Maker mi sono reso conto che c'era molto da (ri)scoprire. Per quanto la sua carriera di regista sia stata breve e avara di titoli, Liberatore ha lasciato il segno, secondo me, e questo segno ho voluto ripercorrerlo dopo tanti anni dall'uscita di quei film.

Il risultato è l'articolo Il cinema di Ugo Liberatore - Un regista tipicamente atipico che i più volenterosi e interessati possono trovare sul n. 209 (gennaio-febbraio 2018) di Segnocinema, attualmente in distribuzione. Magari vi viene voglia, leggendolo, di vedervi qualche film di Liberatore. Non sarebbe male.

Con l'occasione, tra gli altri ottimi articoli che come sempre popolano le pagine di Segnocinema, mi piace segnalare di Ilaria Franciotti e Valerio Sbravatti Shining: King vs. Kubrick che mette a confronto la versione cinematografica di Kubrick con la miniserie televisiva voluta da King.

Insidious: L'ultima chiave

Oggi è uscito il quarto episodio della serie di Insidious. Il titolo è Insidious: L'ultima chiave (ormai è invalso anche qui l'uso dei due punti, invece della lineetta, dimenticando che così bisognerebbe mettere, diversamente che in inglese, la minuscola dopo i due punti, ma tant'è) e alla regia questa volta c'è Adam Robitel (qualcuno ha visto il suo The Taking of Deborah Logan?). Wan e Whannell comunque ci sono, in vari ruoli. E quel che più conta è che c'è lei, la settuagenaria scream queen Lin Shaye - qui sopra in un'immagine dal film - che con il ruolo di Elise Rainier ha definito la sua carriera.

Chi è interessato può leggere qui la recensione che ho scritto per MYmovies.

domenica 14 gennaio 2018

Ancora su Il vortice dei ricordi (e su come trovarlo)

Come ho già segnalato qualche tempo fa, è uscito il mio romanzo Il vortice dei ricordi (Alcheringa Edizioni). Ho già accennato a trama e contenuti qui, ma mi pare il caso di ritornarci sopra per rendere meglio l’idea di cosa si tratta. La storia ha per protagonisti due ragazzini che si trovano alle prese con un problema troppo grande per loro, ma che sono chiamati a risolvere perché nessun altro può farlo. E loro devono quindi provarci pur non essendo per nulla attrezzati a farlo. Perché quando nessuno può aiutarci dobbiamo cercare di aiutarci da soli.

Roby è un ragazzino come tanti, con i suoi sogni, le sue preferenze, le sue passioni. Zara, invece, non è di questo mondo, ma di un altro e perciò si trova doppiamente in difficoltà nell’affrontare il grosso problema che minaccia la Terra e prima ha minacciato il mondo da cui proviene. L’incontro con Roby la porta a cercare in lui il supporto che le serve per la sua missione impossibile, ma naturalmente Roby ha le sue remore e le sue paure di fronte a qualcosa di così grande e pericoloso. Il romanzo è anche la storia di come i due cerchino il modo di superare i propri limiti facendo forza sulle loro convinzioni e sul desiderio di recuperare quello che hanno perduto.

Ed è anche una riflessione su come noi in fondo siamo i nostri ricordi: perderli o trattenerli fa una bella differenza. Il tutto in un contesto tumultuoso di fatti, avventure, divertimento.

Ma chi vuole leggere Il vortice dei ricordi probabilmente vuole anche sapere come fare a trovarlo. Diciamo subito che il lettore di questo romanzo deve probabilmente essere un lettore motivato. Affrontando un po’ meno di difficoltà di Roby e Zara nel romanzo, deve comunque cercarlo con determinazione. Dove? Il libro è innanzi tutto ordinabile direttamente sul sito dell’editore Alcheringa Edizioni a questo link. Qui trovate invece le informazioni, sempre sul sito dell’editore, per recuperarlo in altro modo. In sostanza, l’editore ha una collaborazione diretta con IBS.com, ma il libro è ordinabile anche altrove in qualsiasi libreria fisica o su internet. Per rendere le cose più semplici, diciamo che il libro si trova su IBS, su Feltrinelli, su Mondadori, su Libreria Universitaria e su Amazon, oltre che altrove, disponibile in genere in 1/2 giorni o poco più.

venerdì 12 gennaio 2018

The Midnight Man

Ieri è uscito The Midnight Man, il nuovo horror di Travis Zariwny (Cabin Fever, il remake), interpretato da Lin Shaye (Insidious) e Robert Englund (l'indimenticabile Freddy Krueger). Se vi interessa sapere cosa ne penso, potete leggere la recensione che ho scritto per MYmovies cliccando qui

Qui sopra un'immagine dal film con la protagonista, Gabrielle Haugh, in evidenza.

I mercoledì di Pippo nella Legendary Collection

L’altro giorno è uscito, nell’ambito di una collana denominata Legendary Collection, il primo volume di una serie dedicata a I mercoledì di Pippo, una serie che ho creato molti anni fa e che è durata per diversi anni (ne ho parlato diverse volte in questo blog). Il totale dei Mercoledì è di 33 storie più il prototipo, Pippo e il giallo a premi: un Mercoledì (il 28° o 29° se consideriamo anche il prototipo) non è stato mai pubblicato (e forse mai disegnato, non so).

Il primo volume (130 pagine, € 4,50) comprende Pippo e il giallo a premi e i primi tre Mercoledì in ordine di pubblicazione, vale a dire Il segreto di Shazan, Il segreto dell’Universo e Il cavaliere infallibile, che in realtà, in ordine di scrittura, sarebbero - sempre tenendo fuori Pippo e il giallo a premi - il primo, il secondo e il quarto. Il terzo, infatti, La leggenda della grotta d’oro, è stato pubblicato dopo. Tutti gli episodi di questo numero (e anche La leggenda della grotta d’oro) sono stati disegnati da Lino Gorlero, che non è stato solo il primo e più assiduo disegnatore della serie, ne è stato anche l’imprescindibile promotore. Come ho detto più volte, infatti, senza Lino Gorlero - che se mai leggerà queste parole approfitto per salutare - i Mercoledì non sarebbero mai esistiti. Io avevo scritto Pippo e il giallo a premi e il caso aveva voluto che fosse stato affidato a lui. E lui, realizzandolo, lo aveva apprezzato al punto da telefonarmi (non ci eravamo mai sentiti prima) per dirmi che si sarebbe assolutamente dovuto continuare a fare gialli con quella struttura, come se fossero stati scritti da Pippo. Allora avevo pensato che in effetti la cosa si poteva fare, ma allargando il discorso a tutti i generi letterari possibili e immaginabili perché l’idea di base era davvero buona. Ma se Gorlero si fosse limitato a disegnare la storia e non mi avesse telefonato, io non avrei mai fatto i Mercoledì di Pippo.

Il volume è di grande formato e si presenta bene (la copertina è di Emmanuele Baccinelli con i colori di Ciro Cangialosi). Naturalmente mi fa piacere che i Mercoledì vengano raccolti in modo ordinato in una collana a sé stante. Per me sono stati una cosa particolare: inventarli è stato come scoprire una vena d’oro (dal punto di vista creativo, naturalmente), liberare la scrittura in un gioco scatenato, ma del tutto rigoroso. Ricordo che nel primo periodo Massimo Marconi mi diceva sempre che era inutile che ne scrivessi i soggetti, tanto valeva che passassi subito alla sceneggiatura, ma io invece i soggetti li facevo e dettagliatissimi perché proprio per storie del genere avvertivo l’esigenza di padroneggiare in modo totale la struttura per evitare di essere facilone e sbrigativo. Sapevo che dovevo cercare il più possibile di tenere alta la qualità perché altrimenti sarebbe stato facile scadere nella ripetitività e visto il favore con cui all’epoca erano accolti i Mercoledì da chi doveva decidere se prendere o no le storie la tentazione di essere sbrigativo avrebbe potuto esserci. Comunque, sapevo e so - anche se me lo devo dire da solo - che i Mercoledì, nel loro piccolo e nel loro contesto, sono stati rivoluzionari e sono contento d’essere riuscito a farli.

È stata una serie che è nata quasi per caso e non è stata assolutamente “spinta”: non ha mai avuto una copertina ed è stata pubblicata, all’inizio, in modo non sistematico (lo si può vedere anche dallo iato nella pubblicazione dei primi episodi). Però è piaciuta ai lettori e questo l’ha consolidata nel tempo. E questo è ciò che mi importa.

Proprio per la sua natura particolare e per la messe di aneddoti e di circostanze varie che avrebbero potuto essere raccontate (magari anche da me, lo avrei fatto volentieri), si sente forse la mancanza di un apparato critico di supporto. Non conosco la Legendary Collection come collana e quindi non so se sia normalmente dotata di redazionali o articoli, in questo caso però forse qualcosa poteva esserci.



Ma comunque ci sono i Mercoledì e questo è già più di qualcosa.


domenica 7 gennaio 2018

La Banda nel Messaggero dei Ragazzi n. 1020

 

Nel numero del Messaggero dei Ragazzi n. 1020 (gennaio 2018), attualmente in distribuzione, c'è una nuova storia della Banda, la serie a fumetti di cui scrivo le sceneggiature. L'episodio si intitola Concorso a strisce e questa volta i ragazzini della Banda si trovano alle prese con la creazione di un fumetto per la partecipazione a un concorso. Naturalmente, le idee sono molte e i primi a venire in mente ai ragazzini sono i super eroi, ma poi le cose cambiano e si evolvono in seguito a un'improvvisa immersione nella realtà. In questo fumetto, disegnato ottimamente da Isacco Saccoman, viene affrontata una tematica sociale piuttosto topica e, come sempre, il problema per chi scrive è quello di riuscire ad affrontare una cosa del genere senza diventare didascalico e scontato. La sfida non è stata facile e mi auguro di essere riuscito a evitare le banalità.

Qui sopra alcune vignette della storia, con il super eroe proposto da uno dei protagonisti, Capitan Scuola, l'eroe in grado di fare i compiti velocemente al posto tuo.