Stimolato da un post su Facebook dell’esemplare Giuliano Piccininno - che ha postato un belissimo disegno (fatto da lui, va da sé) con la classifica dei suoi sceneggiatori (tra cui in ottima posizione lui stesso, dato che è spesso autore completo) - mi ha punto vaghezza di fare altrettanto, ma, per ovvi motivi, senza (mio) disegno e con una mera elencazione di freddi numeri. Perciò, dato che apparentemente avevo tempo da perdere (cioè, non ce l’avevo, ma l’ho perso lo stesso), ecco la classifica come risulta dal mio database.
1 Rodolfo Torti 1802
2 Giorgio Cavazzano 629
3 Gianni Salvagnini 573
4 Lino Gorlero 425
5 Luciano Gatto 389
6 Stefano Intini 364
7 Alessadro Gottardo 354
8 Silvio Camboni 265
9 Studio Bargadà 261
10 Valerio Held 226
Naturalmente si tratta di una mera classifica quantitativa, ma comunque è indicativa. I disneyani la fanno da padroni, ma in diversi casi non soltanto con materiale disneyano. L’inarrivabile primo posto è però del grande Rodolfo Torti con il quale ho diviso l’onore di proseguire per tanti anni Rosco e Sonny sul Giornalino (ma in quel numero astrononomico ci sono anche altri, seppur pochi, fumetti). Lo stesso vale per Giorgio Cavazzano, che mi introdusse a Topolino e col quale ho fatto anche altri fumetti, non disneyani. Mio fratello è stato insostituibile sodale di mille avventure dagli inizi ai giorni nostri. Il bravo Lino Gorlero è stato l’imprescindibile partner nella mirabolante avventura dei Mercoledì di Pippo che, come ho detto più volte, non sarebbero esistiti senza il suo intervento. I posti successivi sono di ottimi disneyani: con alcuni di loro ho fatto con piacere anche altri fumetti e spero di farne ancora.
Ma poiché questa è una classifica quantitativa, restano fuori molti autori (ne ho contati 129 in tutto). Restano fuori di sicuro gli autori non identificati e quelli che hanno disegnato storie mie che non sono riuscito a vedere pubblicate (ma che so esserlo state). Ma restano fuori soprattutto i molti che hanno disegnato poche (o tante, ma non abbastanza da entrare in classifica) mie storie. Tutti, naturalmente, per me sono importanti. Alcuni, però, lo sono di più, per varie ragioni. Per esempio essere nell’elenco degli sceneggiatori di autentiche leggende del fumetto italiano come Antonio Canale, Nevio Zeccara, Renato Polese o Ivo Pavone è per me un grande piacere. Come lo è aver diviso sia pure poche pagine con l’indimenticato Aldo Capitanio. E un piacere è anche collaborare adesso con Luca Salvagno e gli altri ragazzi (e ragazze) della Banda, la mia ultima (nel senso di attuale, stiamo calmi) serie a fumetti, così come lo è stato con Davide Perconti, appena poco prima di quest’ultima serie. Ma è stato anche molto bello poter scrivere le storie per alcuni fumetti disegnati da Pinù Intini (il papà di Stefano, che invece è ben presente nella Top Ten): Pinù è stato il primo a credere che potessi essere uno sceneggiatore pubblicando i miei primi lavori e quindi poter collaborare con lui qualche anno fa (per dei fumetti che, a mio parere, sono molto riusciti) è stato di particolare soddisfazione.
Giuliano Piccininno, l’ispiratore di questa Top Ten, non ce l’ha fatta (colpa sua, però, io gli avrei scritto vagoni di sceneggiature, potendo) a entrarvi, ma è ben rappresentato e potrebbe forse essere nella Top 20 (che però non stilerò). Ah, dimenticavo: nel fare la classifica ho tenuto conto solo in parte di vignette e strisce (troppo difficile calcolarle), ma in ogni caso il totale delle pagine è di 11.361. Non sono poche, forse, ma di certo avrei voluto fare di più.
Qui sopra, ça va sans dire, un paio di immagini da Rosco e Sonny, disegnate da Rodolfo Torti.
sabato 30 settembre 2017
martedì 26 settembre 2017
Jukai - La foresta dei sucidi
Ve lo ricordate La foresta dei suicidi di Steven R. Monroe? No? Be', siete scusati. Non è che abbia lasciato un grande segno di sé. In ogni modo adesso ce n'è un altro: si chiama Jukai - La foresta dei suicidi ed è in uscita nelle sale cinematografiche. L'argomento è sempre l'ormai famosa foresta giapponese in cui, pare, la gente ama andare a suicidarsi. Ce n'è davvero di tutti i tipi, di persone. Comunque, chi è interessato a sapere cosa ne penso - del film, non delle persone che si suicidano nella foresta - può leggere la mia recensione qui. Per inciso, sconsiglio a chiunque il suicidio e, sull'argomento, mi viene in mente quella canzone di Battiato (e Sgalambro, credo), che mi pare si chiamasse Breve invito a rinviare il suicidio.
Qui sopra la protagonista Natalie Dormer che chi segue le serie televisive credo apprezzi parecchio. Io, per quanto mi riguarda, non le seguo. Neanche una. Che ci volete fare, sono all'antica o forse sono ormai antico.
Qui sopra la protagonista Natalie Dormer che chi segue le serie televisive credo apprezzi parecchio. Io, per quanto mi riguarda, non le seguo. Neanche una. Che ci volete fare, sono all'antica o forse sono ormai antico.
lunedì 25 settembre 2017
Shining
In occasione dei 40 anni del romanzo, torna in sala Shining di Stanley Kubrick e per l'occasione ne ho scritto una recensione su MYmovies, che se volete potete leggere qui.
Sempre per l'occasione ho riguardato il film dopo 37 anni: l'avevo infati visto solo al momento della sua uscita in sala senza più rivederlo. In quell'occasione, però, cosa che mi è capitato di fare assai di rado, l'avevo visto due volte di seguito e devo dire che me lo ricordavo piuttosto bene. Stavolta però l'ho visto in originale: ho perso il bel doppiaggio di Giannini, ma ho guadagnato la voce di Nicholson.
Sempre per l'occasione ho riguardato il film dopo 37 anni: l'avevo infati visto solo al momento della sua uscita in sala senza più rivederlo. In quell'occasione, però, cosa che mi è capitato di fare assai di rado, l'avevo visto due volte di seguito e devo dire che me lo ricordavo piuttosto bene. Stavolta però l'ho visto in originale: ho perso il bel doppiaggio di Giannini, ma ho guadagnato la voce di Nicholson.
Etichette:
Jack Nicholson,
mymovies,
recensione film,
Shining,
Stanley Kubrick
giovedì 21 settembre 2017
Il cielo sopra Piombino
Non sono mai stato a Piombino: consapevole della sua esistenza, il suo nome mi richiamava alla memoria giusto Lido Vieri.
Per Gordiano Lupi, invece, Piombino è qualcosa di molto di più, di molto presente. Scrittore, critico cinematografico, editore, con un curriculum così denso, meritevole e corposo da far pensare che il suo sia il nom de plume di una moltitudine (non è così), Lupi è l’autore del testo che accompagna il film documentario Il cielo sopra Piombino, diretto da Stefano Simone, un regista di cui ho più volte scritto in questo blog.
Non è documentario turistico. Non mostra in modo elegiaco e invitante le bellezze di Piombino. Se ci sono e si vedono, mostrarle non è comunque lo scopo principale del film. Piuttosto, sembra un atto d’amore verso la città che è stata e che forse non è più, tra le immagini sempre irrequiete e mobili e le parole che richiamano i tempi passati, guidate dalla memoria di quello che fu. Memoria nella quale si scava, ma senza cercare aiuti esterni. “Non sarebbe giusto tradire la memoria naturale con quella artificiale” dice infatti il narratore, Federico Guerri, con le parole della sceneggiatura di Lupi.
La dicotomia tra la voce narrante che racconta il passato personale legato alla città e le immagini che percorrono incessantemente strade e luoghi della città com’è oggi assieme a una donna, Dargys Ciberio, moglie di Lupi, che cammina guidandoci alla scoperta del posto, è interessante come se parole e immagini andassero ciascuna per proprio conto, rappresentando invece due facce della stessa realtà, solo separata dal tempo. L’uso di immagini di repertorio potrebbe ridurre questa distanza, ma in realtà la distanza rimane anche in questo caso perché il parlato si mantiene volutamente distante dalla parafrasi di ciò che si vede e che sarebbe superfluo descrivere.
È perciò in fondo un film sul cambiamento, su come i luoghi della memoria siano inevitabilmente più belli di quelli della realtà attuale. Inevitabilmente, perché il ricordo è imbattibile per quanto è struggente, ma il sospetto è che in questo caso, come in molti casi, la cosa sia inevitabile anche perché i cambiamenti sono quasi sempre per il peggio, almeno per chi è nato in un certo periodo e deve vederne un altro. In questo senso, è un film su Piombino, ma potrebbe adattarsi anche ad altri posti, in un’universalità che ha a che fare con il mutamento della società italiana, soprattutto quella provinciale. Una bella parte dei ricordi è dedicata proprio al cinema, uno degli elementi più significativi del cambiamento, e al fascino perduto dei cinemini di quartiere e dei film di genere che ne costituivano il grosso della programmazione.
Il cielo sopra Piombino risulta quindi particolare e interessante negli intenti e nella realizzazione, forse soltanto un po’ troppo lungo per la sua tipologia.
Le musiche, appropriate, sono di Federico Botti. Stefano Simone dirige con mano sicura, soffermandosi talvolta su immagini suggestive, ma evitando sempre l’effetto cartolina e cercando soprattutto di dare dinamismo alla visione.
Il dvd del film - un “documentario letterario”, come viene definito - è edito da Il Foglio, la casa editrice di Lupi (casa editrice che - sia detto per inciso - per gli appassionati di cinema riveste particolare interesse per la collana di cinema diretta da Fabio Zanello).
Per Gordiano Lupi, invece, Piombino è qualcosa di molto di più, di molto presente. Scrittore, critico cinematografico, editore, con un curriculum così denso, meritevole e corposo da far pensare che il suo sia il nom de plume di una moltitudine (non è così), Lupi è l’autore del testo che accompagna il film documentario Il cielo sopra Piombino, diretto da Stefano Simone, un regista di cui ho più volte scritto in questo blog.
Non è documentario turistico. Non mostra in modo elegiaco e invitante le bellezze di Piombino. Se ci sono e si vedono, mostrarle non è comunque lo scopo principale del film. Piuttosto, sembra un atto d’amore verso la città che è stata e che forse non è più, tra le immagini sempre irrequiete e mobili e le parole che richiamano i tempi passati, guidate dalla memoria di quello che fu. Memoria nella quale si scava, ma senza cercare aiuti esterni. “Non sarebbe giusto tradire la memoria naturale con quella artificiale” dice infatti il narratore, Federico Guerri, con le parole della sceneggiatura di Lupi.
La dicotomia tra la voce narrante che racconta il passato personale legato alla città e le immagini che percorrono incessantemente strade e luoghi della città com’è oggi assieme a una donna, Dargys Ciberio, moglie di Lupi, che cammina guidandoci alla scoperta del posto, è interessante come se parole e immagini andassero ciascuna per proprio conto, rappresentando invece due facce della stessa realtà, solo separata dal tempo. L’uso di immagini di repertorio potrebbe ridurre questa distanza, ma in realtà la distanza rimane anche in questo caso perché il parlato si mantiene volutamente distante dalla parafrasi di ciò che si vede e che sarebbe superfluo descrivere.
È perciò in fondo un film sul cambiamento, su come i luoghi della memoria siano inevitabilmente più belli di quelli della realtà attuale. Inevitabilmente, perché il ricordo è imbattibile per quanto è struggente, ma il sospetto è che in questo caso, come in molti casi, la cosa sia inevitabile anche perché i cambiamenti sono quasi sempre per il peggio, almeno per chi è nato in un certo periodo e deve vederne un altro. In questo senso, è un film su Piombino, ma potrebbe adattarsi anche ad altri posti, in un’universalità che ha a che fare con il mutamento della società italiana, soprattutto quella provinciale. Una bella parte dei ricordi è dedicata proprio al cinema, uno degli elementi più significativi del cambiamento, e al fascino perduto dei cinemini di quartiere e dei film di genere che ne costituivano il grosso della programmazione.
Il cielo sopra Piombino risulta quindi particolare e interessante negli intenti e nella realizzazione, forse soltanto un po’ troppo lungo per la sua tipologia.
Le musiche, appropriate, sono di Federico Botti. Stefano Simone dirige con mano sicura, soffermandosi talvolta su immagini suggestive, ma evitando sempre l’effetto cartolina e cercando soprattutto di dare dinamismo alla visione.
Il dvd del film - un “documentario letterario”, come viene definito - è edito da Il Foglio, la casa editrice di Lupi (casa editrice che - sia detto per inciso - per gli appassionati di cinema riveste particolare interesse per la collana di cinema diretta da Fabio Zanello).
Etichette:
Gordiano Lupi,
Il cielo sopra Piombino,
Stefano Simone
mercoledì 20 settembre 2017
Segnocinema 207
Nel numero 207 di Segnocinema (settembre-ottobre 2017) attualmente in distribuzione c'è il consueto, ma non per questo meno imperdibile o meno importante, speciale "Tutti i film dell'anno" che contiene la recensione di tutti i film usciti, corredate da una foto per ciascun film. E i film sono sempre di più, anno dopo anno. Quest'anno l'incredibile numero è arrivato a 504, una cifra inimmaginabile appena qualche anno fa. Inoltre, ci sono dati, classifiche e riflessioni varie: insomma, un qualcosa che non può mancare nella biblioteca di un appassionato di cinema.
Io ho contribuito con sette (micro) recensioni relative a questi film: Bedevil, Incarnate, La mummia, La notte del giudizio - Election Day, The Ring 3, Underworld - Blood Wars, Un mostro dalle mille teste.
Buona lettura (a chi se lo compera).
Io ho contribuito con sette (micro) recensioni relative a questi film: Bedevil, Incarnate, La mummia, La notte del giudizio - Election Day, The Ring 3, Underworld - Blood Wars, Un mostro dalle mille teste.
Buona lettura (a chi se lo compera).
domenica 17 settembre 2017
La Banda nel Messaggero dei Ragazzi n. 1016!
Nel n. 1016 del Messaggero dei Ragazzi - il numero di settembre, attualmente in distribuzione - c'è un nuovo episodio delle avvenure della Banda. Il titolo è Un momento di difficoltà e, come accade talvolta in qualunque serie, i ragazzi protagonisti lasciano il proscenio a un personaggio che solitamente li supporta. L'effetto è quello di approfondire di più la conoscenza con la personalità e le problematiche di chi non è sempre in primo piano, cambiando il punto di vista e allargando l'esplorazione psicologica. Insomma, a parte le spiegazioni logico-motivazionali-narrative, è una storia un po' diversa dalle altre.
Ai disegni torna, in modo spettacolare, il creatore grafico della serie, cioè Luca Salvagno, con il quale è sempre un piacere collaborare anche per il modo tutto suo con cui riesce a valorizzare ogni storia cui mette mano. La sceneggiatura, come sempre (per fortuna), è mia.
Qui sopra alcune vignette della storia sperando che possano invogliare a leggerla.
Ai disegni torna, in modo spettacolare, il creatore grafico della serie, cioè Luca Salvagno, con il quale è sempre un piacere collaborare anche per il modo tutto suo con cui riesce a valorizzare ogni storia cui mette mano. La sceneggiatura, come sempre (per fortuna), è mia.
Qui sopra alcune vignette della storia sperando che possano invogliare a leggerla.
Etichette:
fumetti,
La Banda,
Luca Salvagno,
Messaggero dei Ragazzi,
Rudy Salvagnini
venerdì 15 settembre 2017
Leatherface
Ieri è uscito in sala Leatherface, film diretto da Julien Maury e Alexandre Bustillo, che più di qualcuno ricorderà almeno per à l'interiéur, sanguinoso horror con Beatrice Dalle. Dopo i seguiti del film originario (Non aprite quella porta) e il prequel del remake, questo film riporta in auge una vecchia serie benemerita. Lo fa con merito? Se volete sapere cosa ne penso, basta che clicchiate qui per leggere la mia recensione su MYmovies.
Tobe Hooper ha fatto in tempo a essere tra i produttori esecutivi.
Qui sopra un'immagine dal film con la protagonista Vanessa Grasse in primo piano.
Tobe Hooper ha fatto in tempo a essere tra i produttori esecutivi.
Qui sopra un'immagine dal film con la protagonista Vanessa Grasse in primo piano.
Etichette:
Alexandre Bustillo,
Julien Maury,
Leatherface,
Non aprite quella porta,
Tobe Hooper
sabato 2 settembre 2017
Eraserhead
Lunedì torna eccezionalmente al cinema Eraserhead - La mente che cancella, il film che segnò il fulminante esordio nel lungometraggio di quello che sarebbe poi diventato uno dei registi più importanti degli ultimi quarant'anni (e sicuramente anche dei prossimi e oltre), David Lynch.
Per l'occasione, ho scritto una recensione che è più che altro una celebrazione. Chi vuole leggerla la trova qui, su MYmovies.
Qui sopra il compianto Jack Nance, indimenticabile protagonista del film.
Per l'occasione, ho scritto una recensione che è più che altro una celebrazione. Chi vuole leggerla la trova qui, su MYmovies.
Qui sopra il compianto Jack Nance, indimenticabile protagonista del film.
Etichette:
David Lynch,
Eraserhead,
horror film,
mymovies,
recensione film
The Devil's Candy
Giovedì prossimo esce al cinema The Devil's Candy, il nuovo horror firmato da Sean Byrne, già autore del convincente The Loved Ones. Stavolta è tutto un altro genere di film, che riprende la connessione tra rock metallico e satanismo. Se volete leggere che cosa ne penso non dovete fare altro che cliccare qui e andare sul sito di MYmovies dove si trova la mia recensione.
Qui sopra un'immagine dal film, con Kiara Glasco ed Ethan Embry in evidenza.
Qui sopra un'immagine dal film, con Kiara Glasco ed Ethan Embry in evidenza.
Etichette:
Ethan Embry,
horror film,
Kiara Glasco,
mymovies,
recensione film,
Sean Byrne,
The Devil's Candy,
The Loved Ones
Iscriviti a:
Post (Atom)