Gerontown (154 pagine in bianco e nero) è una nuova graphic novel, scritta da Massimo Salvagnini e disegnata da Gianni Salvagnini. Entrambi sono miei fratelli e con entrambi ho, nel corso degli anni, collaborato. Massimo è un valente jazzista, autore di un ormai notevole numero di cd, a partire dal primo, Very Fool (1993), e arrivando al, per ora, ultimo When Your Drummer Has Gone (2016). Con Massimo ho realizzato a cavallo tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 alcuni film in super8 che volevano essere divertenti e forse a tratti lo erano davvero (i titoli? Il canonico del Bufalo parla davvero con la Madonna e la vede spesso, Il budino, Il primo film a colori fu italiano). Con Gianni, ottimo disegnatore di fumetti, ho collaborato per molti anni e per svariate testate: dagli horror targati Sansoni al Messaggero dei Ragazzi, nell’arco di diverse decadi.
Ora hanno realizzato questo Gerontown, che, lasciatemelo dire, è qualcosa di davvero diverso. Già solo questo dovrebbe bastare per invogliare a leggerlo perché la diversità - che contiene spesso in sé, come in questo caso, l’originalità - è merce rara. La storia - che presenta notevoli e volute asperità e acidità anche caratteriali - parte da una premessa fulminante: esiste un luogo, in una grande città, un palazzo, nel quale una congregazione di anziani perpetua la sua esistenza al massimo della durata e al massimo del comfort creando una sorta di bolla vitale del tutto segreta e sconosciuta all’infuori della ristretta cerchia dei privilegiati che ne fanno parte. L’ingresso del new fish di turno, l’anziano Masini dal carattere impossibile, ci scorta dentro questo mondo particolare, portandoci a conoscerne via via i componenti, ciascuno dei quali con il suo piccolo frammento di mondo e le sue idiosincrasie. Non so bene perché - la situazione e la storia sono molto diverse - ma questa introduzione e questa scoperta progressiva da parte del nuovo venuto dei suoi compagni di avventura con le loro particolari personalità mi ha richiamato alla mente Solaris. In ogni modo, se la premessa e la costruzione della vicenda sono curiose e interessanti, lo svolgimento non delude e a un certo punto, come dicono gli americani, the shit hit the fan e le cose precipitano.
Ricco di spunti e di dialoghi memorabili, il fumetto è disegnato magistralmente da Gianni che ben si adatta agli umori acri della storia. Il pessimismo, va da sé, dilaga, ma non è fine a se stesso. E oltretutto in fondo non è nemmeno così totale se pensiamo che l'unico riscatto davvero possibile è per sua natura individuale. Comunque, riporto, perché è interessante, quanto scritto nel retrocopertina per presentare il libro: “Che cosa potrebbe accadere se i vecchi decidessero di resistere il più a lungo possibile? Questa è una utopia alternativa, in cui l’egoismo del vecchio non vede il senso del farsi da parte per lasciare spazio all’egoismo del giovane”.
Completa il libro una interessante introduzione di Paolo Forni e vi sono anche alcune considerazioni di Radu Lidjenko (ben noto a chi conosce il Massimo musicista).
Se vi interessa, Gerontown è acquistabile qui in cartaceo e qui in ebook. Qui invece potete vedere il book trailer.
lunedì 13 febbraio 2017
Gerontown
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