giovedì 5 maggio 2016

The Boy di William Brent Bell


Bambole e pupazzi fanno parte integrante dell'immaginario orrorifico e i film che li vedono protagonisti sono moltissimi. Qualche tempo fa ho parlato di un libro (La notte più lunga del mondo di Samuele Zaccaro) interamente dedicato proprio a questo sottogenere dell'horror. Ma nel frattempo le cose si muovono e si evolvono ed è in uscita nelle sale cinematografiche un nuovo film che vede come protagonista un bambolotto. Il film si intitola The Boy e chi vuole leggere la recensione che ho scritto per MYmovies deve solo cliccare qui.

Regista del film è William Brent Bell, che sta cominciando a farsi un nome nell'horror dopo aver diretto già diversi film di qualità che sembra poter dire crescente: prima di questo, l'ultimo era stato La metamorfosi del male.

Qui sopra un'immagine della protagonista del film (a parte il bambolotto, naturalmente, che è ancor più protagonista), la brava Lauren Cohan.

2 commenti:

Samuele Zàccaro ha detto...

Riporto quanto ho scritto, altrove, di questo film. "Avendo visto, finalmente, The Boy, dico la mia. Il film ha un merito, quello di funzionare, nel complesso, molto bene nello schema tipico degli horror con pupazzi. Tale schema si avvale di due fasi, oramai collaudate: la prima è quella del Perturbante, la seconda della Liberazione. I pupazzi sono inanimati, ma hanno forma e fattezze umane: chi sta vedendo l'horror di turno, sa che prima o poi, si muoverà. Tutta la suspense sta nel creare l'attesa, e questo compito è fatto molto bene. Il pupazzo è fisso, ma c'è un clima assai inquietante di regole, obblighi, ricordi, dicerie di paese e di schizofrenici affetti che fanno da contorno. Quando il pupazzo si muove, c'è il momento liberatorio, che è sempre falso, anche se un balzo dalla sedia è garantito : o è un sogno, o è acqua, o il movimento è nascosto. A un certo punto, serviva la svolta, che poteva essere o razionale o sovrannaturale. Io avrei preferito un'ambiguità portata allo stremo, ma non sarebbe stato per nulla facile. La svolta razionale, dopo i falsi ingredienti della spiegazione psicologica e di quella paranormale, coincide con un cambio di genere. Il film diventa uno slasher con tutti i canoni o quasi: la maschera, lo psicotico dal passato occultato, i genitori ossessivi, la lama, l'atto sessuale scatenante, il finale aperto. E mi domando, pertanto, se The Boy sia o uno slasher che si è dato un lungo prologo da evil doll movie, o un evil doll movie che si salva, in qualche modo, con la svolta slasher. Tuttavia, c'è un elemento che ritengo molto interessante. Negli slasher, la maschera serve per coprire i propri disagi e giustificare le uccisioni. Senza la maschera si è dei bambini cresciuti senza aver tentato nemmeno di risolvere i propri gravi problrmi. Qui c'è uno step ulteriore: il pupazzo sublima il killer con la maschera. Finché il pupazzo viene amato e accudito, il killer con la maschera non uccide. Quando il pupazzo viene distrutto, il killer è libero. Il pupazzo è il doppleganger della sofferenza che, in maniera deviata ma funzionale, viene curata dall'amore. Nel complesso, lo promuovo."

Rudy Salvagnini ha detto...

Lettura interessante: per quanto mi riguarda, penso che la trasformazione finale sia salvifica proprio per il cambio di passo e di genere che spiazza e sorprende. Ed essere almeno un po' sorpresi, al cinema, non solo è raro, ma non è per niente un male.