Come di consueto, ma questa volta per cambiare con un giorno di ritardo, celebriamo il genetliaco di Bob Dylan con qualche considerazione sparsa, la prima delle quali è che il nostro fortunatamente è sempre sulla breccia, con un'energia e una vitalità che mi sento di invidiare. La caratteristica più saliente e positiva è che la voce - che indubbiamente aveva mostrato segni di logoramento - si è rivelata nell'anno appena trascorso sorprendentemente migliore che negli scorsi anni. Che sia per l'adozione di un modo di cantare più pacato, che sia per un miglioramento effettivo delle corde vocali, il risultato è notevole soprattutto nei frangenti più espressivi. Consiglio l'ascolto, a questo proposito, di una qualsiasi delle versioni di Huck's Tune dai recenti concerti giapponesi.
La scaletta "bloccata" - un'eresia se consideriamo che la varietà e l'imprevedibilità delle scalette sono sempre state una caratteristica saliente dei concerti di Bob Dylan (almeno dal cosiddetto Never Ending Tour in poi), tale da renderli sempre unici - ha lasciato spazio a qualche variante sorprendente, come appunto l'inserimento, qua e là, di questa canzone, scritta per il film di Curtis Hanson Le regole del gioco (ne ho parlato diffusamente nel mio Il cinema di Bob Dylan), non troppo conosciuta, ma sicuramente una delle migliori degli anni 2000.
L'altra grande novità, che lascia aperte interessanti prospettive per l'immediato futuro, è la canzone Full Moon & Empty Arms, che si può ascoltare nel sito di Bob Dylan e che dovrebbe essere l'apripista di un album in uscita (forse) quest'estate, dal titolo (forse) di Shadows in the Night, che (forse) sarà solo di cover (forse) di Sinatra (o di altri). La canzone - portata al successo proprio da Sinatra nel 1945, è gradevole e ricca di atmosfera. Dylan canta con voce perfetta da crooner e anche questa è una buona conferma dello stato di salute delle sue corde vocali.
Restiamo in attesa dell'album: certo, preferisco gli album con materiale originale (l'ottimo Tempest è stato l'ultimo, nel 2012), ma se anche fosse di cover, andrebbe bene comunque. Come diceva Dylan di Gregory Peck, sarei in ogni caso (idealmente) in fila per l'acquisto.
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