martedì 30 novembre 2010

The Zombie Diaries


Quanti film di zombie hanno fatto negli ultimi vent'anni? Non lo so, ma sicuramente tanti e di tutti i tipi, tranne, spesso, quello giusto. Da mostri proletari e rivoluzionari, gli zombie sono diventati atipici e frequentemente neanche zombie in senso tecnico. Cioè, morti viventi. Non è raro infatti che adesso siano definiti zombie delle persone affette da qualche virus che li fa agire senza cervello e violentemente (e non parlo degli ultratifosi delle squadre di calcio). Uno dei primi - se non il primo - a presentare questa tipologia è stato Umberto Lenzi nel suo Incubo sulla città incontaminata che presentava l'indimenticabile Hugo Stiglitz - l'uomo da una sola espressione, più legnoso di una foresta - e nientemeno che Maria Rosaria Omaggio e Sonia Viviani (ma c'era anche Francisco Rabal). A suo modo, un classico e di sicuro intrattenimento.

Negli ultimi anni si sono visti diversi reality zombie movies a inaugurare una voga che - con i
Paranormal Activity e L'ultimo esorcismo - è proliferata con successo. Per farci credere a quello che vediamo e spaventarci di più vogliono farci pensare che sia tutto vero e, per farlo, strabuzzano la macchina da presa in tutte le maniere come se chi la tiene avesse il Parkinson. Ne sono venuti fuori film spesso anche belli, ma lo sarebbero stati anche con riprese più tranquille. Almeno, questo è quello che penso.

La nuova puntata di Horror Frames, la rubrica che scrivo per MyMovies, si occupa di uno di questi film,
The Zombie Diaries, in uscita da noi in dvd a qualche anno dalla sua uscita in Gran Bretagna. Secondo le informazioni diffuse, è stato realizzato senza subire l'influsso né del film di Romero (Diary of the Dead, naturalmente) né di Rec. A guardare le date di realizzazione si può dare conforto a questa tesi. Strano, comunque, che così tanti autori diversi anche nella localizzazione abbiano improvvisamente partorito lo stesso approccio strutturale: si vede che era nell'aria, come un bel virus zombesco.

Come al solito, chi vuole leggere ciò che ho scritto sull'aergomento non ha che da andare qui.

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