Ieri è mancato Pinù Intini, un grande del fumetto, dell'illustrazione e di molto altro. Una personalità poliedrica, una vera dinamo umana di iniziative che sembrava non poter mai esaurire la sua energia e la sua inventiva.
Il ricordo va
subito, per me, a quel soleggiato pomeriggio di settembre 1970 quando
con mio fratello Gianni sono andato alla redazione del Messaggero dei
Ragazzi, che distava solo poche centinaia di metri da casa nostra, ma
rappresentava un mondo magico nel quale aspiravamo a entrare, quello
dei fumetti. Ci andammo con un fumetto realizzato apposta per
l'occasione, ma, me ne resi conto anni dopo, tragicamente inadatto
allo scopo, per argomento e qualità realizzativa (era un horror!).
Eravamo però convinti che il Messaggero non avrebbe potuto
rinunciare alla nostra collaborazione. Venimmo indirizzati a Pinù,
che del Messaggero era redattore e colonna portante, occupandosi non
solo dell'impaginazione – con una verve e una fantasia notevoli, ma
sempre accompagnati da un rigore che faceva in modo di tenere sempre
in preminenza la leggibilità della pagina (aspetto che molti
impaginatori di oggi non sanno cogliere) – ma anche di tante altre
cose, dai fumetti alle traduzioni. Pinù fu molto gentile e cordiale.
Naturalmente non poteva accettare materiale come il nostro per il
Messaggero né poteva proporci di lavorare per il giornale: non
eravamo assolutamente pronti per farlo e lui lo sapeva bene. Seppe
però cogliere qualche potenzialità e ci propose di collaborare per
l'inserto per ragazzi de Il Santo dei Miracoli, che lui curava in
prima persona. Fu l'inizio della mia carriera fumettistica e anche di
quella di mio fratello. Già nel giugno 1971 pubblicammo il primo
fumetto. Avevo solo 16 anni e per me fu un momento molto importante.
Quello fu anche il momento dell'inizio della nostra conoscenza che
col tempo si trasformò in amicizia.
Oltre a essere un
ottimo artista in prima persona, Pinù aveva anche un grande talento
per scoprire e valorizzare il talento degli altri. Tra le sue
scoperte, la più importante – e mi sembra giusto ricordarlo qui –
fu quella di Aldo Capitanio, un grandissimo disegnatore al quale Pinù
diede spazio e fiducia proprio sulle pagine de Il Santo dei Miracoli
e che da lì spiccò il volo per una carriera di grande distinzione
culminata in quello che secondo me è uno dei migliori Texoni mai
realizzati e terminata purtroppo prematuramente per un destino
avverso.
Ma Pinù non si
occupava solo di fumetti e di illustrazione (nel cui ambito ha
realizzato disegni con il suo inconfondibile stile per molti libri):
era curioso e interessato a tutto, anche a quello che non ti saresti
aspettato da lui. Per esempio, quando esplose il fenomeno delle Tv
private, lui divenne subito collaboratore – e colonna, inutile
dirlo – della seconda Tv privata di Padova quanto a cronologia: la
Radio Televisione Veneta. E, nel 1977, mi chiese di collaborare con
lui, cosa che feci con grande piacere realizzando dei programmi sul
cinema e sul fumetto. Ma, come detto, la vera colonna era lui, un
tuttofare che con l'occasione si inventò figura televisiva a tutto
tondo. Realizzammo anche un fumetto in Tv, come andava denominato
allora, partendo da un fumetto realizzato da me e Gianni: Pinù non
solo collaborò alla realizzazione, ma doppiò anche uno dei
personaggi. In gioventù aveva anche recitato a teatro e non se l'era
dimenticato. Purtroppo, quel fumetto in Tv, realizzato in super8, è
andato perduto, ma io mi ricordo ancora benissimo la voce di Pinù
che ne recitava le battute.
Pinù divenne anche
redattore – e insostituibile colonna, come sempre – di Padova
Sport, un settimanale dedicato al calcio Padova per il quale, oltre a
curare l'impaginazione e la “forma” - disegnò vignette di grande
umorismo e tempestività. Anche in quell'occasione mi chiese di
collaborare e, sempre con mio fratello Gianni, creammo una serie di
strisce ambientate nel mondo del calcio. L'entusiasmo che Pinù
metteva in ogni sua iniziativa era contagioso e anche in quel caso si
trasformò in un pieno successo.
Nei primi anni '90
ebbi anche la possibilità e il piacere di collaborare direttamente
con lui per una serie di fumetti per l'amato Messaggero dei Ragazzi:
io li scrissi e lui li disegnò, con grande abilità e dedizione,
come sempre. Un paio di questi fumetti erano fantasy, con uno stile
di disegno tra il comico e l'avventuroso che era la sua cifra
stilistica ideale, ma uno era avventuroso-realistico a tutto tondo e
lui lo realizzò ottimamente, pur confidandomi che gli era costato
molta fatica proprio perché lontano dalla sua naturale inclinazione.
La verità era che Pinù, da eclettico puro, era perfettamente in
grado di disegnare il comico e il realistico con una qualità
pressoché identica: cosa questa possibile a pochi.
Oltre a essere
insostituibile colonna del Messaggero dei Ragazzi, Pinù ha
realizzato fumetti di grande qualità nel corso di una carriera che
si è sviluppata per molti decenni: Ottavio da Castellana, Ciuffo e
Mike, Riccio Flint, la serie delle fiabe rivisitate
fantascientificamente, Redazione zero, i titoli sono molti e a essi
vanno aggiunte le collaborazioni a Prezzemolo, Più e molte altre
testate. In tutti i suoi fumetti, Pinù ha saputo offrire qualità,
fantasia e leggibilità. Ha avuto anche la soddisfazione di vedere
suo figlio Stefano – con il quale anche ho avuto la fortuna e il
piacere di collaborare spesso (ma mai abbastanza) – diventare un
grande disegnatore, una figura di primo piano nel fumetto tramandando
in questo modo la qualità di famiglia.
È difficile
riassumere in poche parole la multiforme attività di Pinù e mi
rendo conto di essermi soffermato soprattutto sui miei ricordi
personali di lui, ma una cosa è certa: quello che ha fatto non può
essere dimenticato né sottovalutato, per varietà, originalità e
spessore artistico.
Ciao, Pinù.
(Qui sopra due vignette da un episodio di Ottavio da Castellana, 1974)
(Qui sopra due vignette da un episodio di Ottavio da Castellana, 1974)