mercoledì 11 ottobre 2017

It

La settimana prossima esce in sala la nuova versione cinematografica (la precedente era una miniserie televisiva negli anni '90) del capolavoro di Stephen King, It. Il regista è Andy Muschietti, fattosi notare qualche anno fa con La madre, un horror interessante.

Se volete sapere cosa ne penso, potete leggere la recensione andando qui, sul sito di MYmovies.

Una considerazione a parte merita il successo travolgente che il film ha incontrato negli Stati Uniti e nel mondo. Un incasso stratosferico che lo ha portato immediatamente al primo posto nella hit parade degli incassi horror di tutti i tempi (d'accordo, non aggiustati con l'inflazione, ma tant'è). L’horror è un genere particolare che vive spesso di eccessi, trasgressioni, umori malsani. Non necessariamente, perciò, i film di maggior successo sono i “migliori”, proprio perché per raggiungere il grande pubblico devono in qualche modo rendere apprezzabile il proprio contenuto opinabile a una grande massa (ci sono le notevoli eccezioni - i film tutti di atmosfera - ma sono in genere capolavori di pura, appunto, eccezione) attenuando gli eccessi. Però il successo strepitoso di It se non certifica di per sé la qualità artistica (ma neanche la nega) certifica già la capacità di intercettare un bisogno da parte del pubblico, un bisogno di essere spaventato da qualcosa di possibilmente non troppo spaventoso o disturbante. Non è poco.


Qui sopra Sophia Lillis in un'immagine dal film.

Nessun commento: