lunedì 19 settembre 2016

Topostorie - Il ciclone


A volte ritornano, si dice. Nel caso delle mie storie disneyane direi che è più corretto dire che molto spesso ritornano. La questione è complessa, ma la ignoreremo. Come ha scritto Bob Dylan (in Mississippi): “You can always come back, but you can’t come back all the way”.

Anyway, nella pubblicazione Topostorie, il n. 28 è dedicato a Paperoga, è intitolato, appropriatamente, Il ciclone e contiene quattro mie storie di varie epoche. Topostorie è interessante perché, come i vecchi Classici di Walt Disney, non si limita a raccogliere storie vecchie e meno vecchie, ma le unisce con una storia cornice che le lega insieme. Ancora più interessante è il fatto che l’autore della sceneggiatura della storia cornice, nonché curatore della collana, è Massimo Marconi, principe degli editor disneyani e redattore che ricordo con molta stima e affetto con riferimento ai lunghi anni in cui ho avuto modo di collaborare con lui.

La storia cornice, in questo caso, è particolarmente riuscita e aggiunge spesso qualcosa anche alle storie, non solo collegandole adeguatamente, ma anche sviluppandone alcuni aspetti. Non è facile e bisogna dare atto a Massimo Marconi d’aver fatto un ottimo lavoro.

Come ho già scritto altre volte su questo blog, non mi occupo di segnalare tutte le ristampe delle mie storie disneyane perché tutto sommato sono ancora più rivolto al presente e al futuro che al passato, ma quando succede che siano raggruppate in modo consistente faccio delle eccezioni: come scriveva, più o meno, Lee Falk, ci sono delle volte in cui l'Ombra che Cammina percorre le strade della città come i comuni mortali e questa è una di quelle volte.

Paperino e la corsa degli audaci l’ho scritta nel 1992 ed è stata pubblicata nel 1993. L’ha disegnata il compianto Giuseppe Dalla Santa e la ricordo in particolare perché è stata la prima delle mie storie disneyane disegnate da lui, dopo che aveva disegnato una mia storia nel 1976 per tutt’altra pubblicazione. Voleva essere una storia corale e in effetti lo è. Rileggendola, non mi sembra male: quello era un periodo di ricerca, per me, di evoluzione dopo un periodo piuttosto difficile. Le due storie successive che ho scritto sono state Zio Paperone e il sogno interrotto (disegnata da Alessandor Gottardo) e Zio Paperone e l’uomo dei paperi (Giorgio Cavazzano), due storie che rendono l’idea del tipo di cambiamento che cercavo.

Paperino & Paperoga e il deposito come nuovo l’ho scritta invece nel 1994 ed è stata pubblicata nel 1996. Sono stato contento che a disegnarla sia stato Enrico Faccini, un autore completo e tra i migliori. In questo caso, il periodo era invece ottimo, per me, e la storia voleva essere lo sviluppo catastrofico di una monocoltura concettuale. Ne sono soddisfatto, rappresenta bene un momento di bulimia creativa in cui anche le cose minori, come questa, hanno un loro rilievo.

Paperoga e la giornata troppo perfetta l’ho scritta nel 1999 ed è stata pubblicata nel 2000. In un periodo di ripensamento, l’idea era quella di giocare con il personaggio e con la percezione che lui ha di se stesso, oltre alla percezione che di lui hanno gli altri. Con tutto ciò che ne consegue, anche relativamente alla volontà di trovare qualcosa di relativamente nuovo. I disegni sono di Claudio Panarese.

Paperoga abracadabra l’ho scritta nel 2001 ed è stata pubblicata nello stesso anno. Anche in questo caso il tentativo era di giocare sulla relazione tra i paperi e sul loro desiderio, forse buonista ma sincero, di supportare Paperoga per non ferirne i sentimenti: un approccio, quindi, un po’ diverso dal solito. Alcune idee, rileggendole anche adesso, mi piacciono ancora molto. I disegni sono di Lara Molinari.

Interessante è anche il fatto che, forse casualmente, le storie sono comunque ordinate in senso cronologico. Forse vuol dire qualcosa, ma non so bene cosa.

Qui sopra una pagina della storia disegnata da Faccini.

Lo so che si tratta del numero di agosto e che nel frattempo ne è uscito un altro, ma non è che la tempestività sia sempre una delle mie priorità.

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