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sabato 17 dicembre 2022

Wes Craven Dal profondo della notte (Weird Book)


Wes Craven - Dal profondo della notte
(Weird Book), appena uscito, è un libro su tutto quanto è Craven, curato da me e, soprattutto, da Roberto Lasagna, con saggi di Michele Caricola, Fabio Zanello, Francesco Saverio Marzaduri, Riccardo Caccia, Fabio Cassano, Matteo Fantozzi, Aurora Auteri, Elisa Torsiello, Antonio Pettierre e Chiara Pani, che ringrazio tutti per l'ottima collaborazione. Copertina inconfondibile del grande Giorgio Finamore.

I capitoli di cui mi sono occupato direttamente (e cioè, in poche parole, che ho scritto) sono quelli su La cugina del prete, Benedizione mortale, Dovevi essere morta e sugli episodi craveniani di Ai confini della realtà. Ma c'è anche tutto il resto, negli scritti degli altri autori, non temete.

Che dire? Penso che possa essere una lettura gradevole e anche stimolante per tuttti coloro che vogliono approfondire l'opera di un regista che ha avuto i suoi alti e bassi, ma ha sempre saputo essere una voce originale e inventiva nell'ambito, soprattutto, del cinema di genere. Un grazie anche a Weird Book per la dedizione e la qualità editoriale che mette sempre nei libri che edita. Buona lettura a chi lo leggerà e buone visioni a chi, con l'occasione, vorrà rivisitare la cinematografia del grande Wes.

Naturalmente, di Weird Book (editore che ha un catalogo consistente che gli appassionati di cinema e di horrror dovrebbero esplorare con attenzione), non mi stanco, utilitaristicamente, di consigliare un altro libro, la mia raccolta di racconti Nel buio, che fareste bene a leggere.

venerdì 20 novembre 2015

Segnocinema 196

Sul numero 196 di Segnocinema (novembre-dicembre 2015), attualmente in distribuzione, il SegnoSpeciale è dedicato alla cinefilia. Nell'ambito dello speciale vi è anche una breve sezione - intitolata, quasi crocianamente, "Perché non posso non dirmi cinefilo" - nella quale venti critici "svelano la propria passione per i film". Tra questi venti critici, ci sono anch'io, che pure proprio critico non posso definirmi: chi vuole leggere il poco che ho da dire sull'argomento può acquistare Segnocinema.

Ma a parte le mie poche righe, il nuovo numero di Segnocinema è come sempre un must per i suoi contenuti complessivi, tra i quali mi sento di segnalare, oltre al suddetto speciale (molto ampio e articolato) e a una messe di recensioni, almeno l'interessante articolo di Roberto Pugliese su Wes Craven (La maschera e il sogno).

lunedì 31 agosto 2015

Wes Craven (1939-2015)

Creare una franchise di successo è già una cosa che definisce e valorizza una carriera. Crearne due è una cosa addirittura eccezionale. Riuscire inoltre a piazzare un altro paio di film che, senza arrivare ai successi delle due  franchise, sono stati comunque capaci di influenzare e di generare sequel e remake è il segno di una personalità di forte creatività. Fare tutto questo nell'ambito del genere horror, oltre tutto, è quasi un miracolo.

Wes Craven, che se n’è andato ieri dopo una lunga malattia, era riuscito a fare tutto questo. Partito nell’ambito dell’horror profondamente - e forse anche confusamente - radicato nella metafora politico-sociologica (L’ultima casa a sinistra e Le colline hanno gli occhi) era poi passato a orrori più astratti e psicanalitici con la geniale intuizione del Freddie Krueger della serie di Nightmare on Elm Street. Poi era fatalmente - ma genialmente - finito a riflettere non senza autoironia sulla natura stessa del genere cinematografico di cui era diventato un alfiere, con la serie iniziata con Scream - Chi urla muore.

In mezzo c’erano stati tanti film anche poco riusciti, che lasciavano sempre il dubbio su come fosse possibile che fossero stati diretti dalla stessa persona che era stata capace di prove eccezionali. Ma forse era stato il desiderio di sperimentare, di cambiare, ad averlo talvolta tradito. Oppure, nella confusa fase della sua carriera seguita a Le colline hanno gli occhi, magari erano state le esigenze commerciali a convincerlo/costringerlo ad accettare progetti poco promettenti.

Ma al di là dei passi falsi resta quanto di buono Craven è riuscito a fare, che, come sopra delineato, non è stato per niente poco. Craven è una sorta di congiunzione tra l’horror “cattivo” degli anni ‘70 e quello tecnologico - e spesso inerte - dell’ultimo paio di decenni (parliamo del cinema americano). Uno degli ultimi artigiani dell’orrore, in grado però di stupire quando meno te lo aspettavi.

domenica 4 dicembre 2011

Dizionario dei film horror nuova edizione: il regista più presente


Come scrivevo in questo post, l’indice dei registi contenuto nel mio Dizionario dei film horror (Corte del Fontego) è utile non solo per ricostruire filmografie e seguire i percorsi nel genere compiuti dai registi che l’hanno percorso, ma anche per piccole ricerche statistiche un po’ futili, ma divertenti (almeno per me, che, ribadisco, mi diverto anche con poco, ma più spesso ancora non mi diverto affatto). In quel post (e ripeto, se volete leggerlo, andate in quel post, senza reconditi doppi sensi ma in senso puramente letterale), rinviavo a un post successivo lo svelamento del risultato matematico che, partendo da quell’indice, consentiva di ricavare il regista più presente nel Dizionario.

È passato abbastanza tempo (quasi 20 mesi) perché chiunque si sia dimenticato di quello che avevo scritto allora, perciò posso tornare sull’argomento e rivelare il nome del regista in questione, conscio che ormai non interessa più a nessuno, se mai a qualcuno è interessato. Questo è quindi un esempio di informazione del tutto libera (nei fini) e gratuita (sotto tutti i profili). Ma c’è di più: allora avrei potuto dire chi era il regista con più film nel vecchio Dizionario, mentre ora posso dire qual è quello che ha più film nella nuova edizione del Dizionario, che come ben sapete è assai più ampia e corposa.

Se avessi dovuto dare una risposta prima di dare un’occhiata all’indice, avrei detto che il regista più presente era David DeCoteau, ma pur essendo ben piazzato con i suoi 20 film, il regista canadese non è al primo posto: è che vedere i suoi film è stato spesso così soporifero che mi sono sembrati un numero impressionante. Anche Wes Craven ha 20 titoli all’attivo, ma di ben altro spessore, almeno mediamente. Il terzo che può vantare 20 film è Lucio Fulci, maestro dell’horror italiano. Più film di questo terzetto ce li ha Freddie Francis, grandissimo direttore della fotografia e buon regista con punte di eccellenza: 21 dei suoi film sono compresi nel Dizionario dei film horror (Terence Fisher, altro maestro britannico - di qualità superiore, va detto - si ferma a 18). Ma il vincitore, il più presente, non poteva che essere Jesus Franco, inarrivabile a 28 titoli: dire che è prolifico sarebbe sottovalutare la quantità della sua produzione. Non ho fatto conteggi precisi, ma non escluderei che sia in assoluto il regista con il maggior numero di film all’attivo (e, diciamocelo, con qualcuno anche al passivo) della storia del cinema. A titolo di curiosità, posso rilevare, tra i molto presenti, anche due coppie padre-figlio. Lamberto Bava batte (numericamente) il suo glorioso papà Mario per 16 a 14, mentre René Cardona sr batte il suo omonimo junior per 9 a 5.

Detto questo, i numeri sono solo numeri: quello che conta è vedere i film e, ça va sans dir, leggere il Dizionario dei film horror (o almeno comperarlo, va bene lo stesso).

lunedì 11 aprile 2011

La saga di Scream


In attesa del quarto capitolo della saga di Scream, ho scritto per MyMovies un articolo sull'insieme della serie e sulle possibili prospettive. Wes Craven e Kevin Williamson sono tornati entrambi sul luogo dei delitti e la speranza è che il risultato sia migliore di quello di Scream 3, dove Williamson mancava. E la speranza è l'ultima a morire, diversamente che negli slasher dove, si sa, è la cosiddetta "final girl", che peraltro spesso sopravvive (e in questo caso, l'ultima a morire è la semi-final?).

Chi vuole leggere quello che ho scritto può andare qui.