sabato 10 agosto 2019

Ricordando Pinù (1939-2019)




Ieri è mancato Pinù Intini, un grande del fumetto, dell'illustrazione e di molto altro. Una personalità poliedrica, una vera dinamo umana di iniziative che sembrava non poter mai esaurire la sua energia e la sua inventiva.

Il ricordo va subito, per me, a quel soleggiato pomeriggio di settembre 1970 quando con mio fratello Gianni sono andato alla redazione del Messaggero dei Ragazzi, che distava solo poche centinaia di metri da casa nostra, ma rappresentava un mondo magico nel quale aspiravamo a entrare, quello dei fumetti. Ci andammo con un fumetto realizzato apposta per l'occasione, ma, me ne resi conto anni dopo, tragicamente inadatto allo scopo, per argomento e qualità realizzativa (era un horror!). Eravamo però convinti che il Messaggero non avrebbe potuto rinunciare alla nostra collaborazione. Venimmo indirizzati a Pinù, che del Messaggero era redattore e colonna portante, occupandosi non solo dell'impaginazione – con una verve e una fantasia notevoli, ma sempre accompagnati da un rigore che faceva in modo di tenere sempre in preminenza la leggibilità della pagina (aspetto che molti impaginatori di oggi non sanno cogliere) – ma anche di tante altre cose, dai fumetti alle traduzioni. Pinù fu molto gentile e cordiale. Naturalmente non poteva accettare materiale come il nostro per il Messaggero né poteva proporci di lavorare per il giornale: non eravamo assolutamente pronti per farlo e lui lo sapeva bene. Seppe però cogliere qualche potenzialità e ci propose di collaborare per l'inserto per ragazzi de Il Santo dei Miracoli, che lui curava in prima persona. Fu l'inizio della mia carriera fumettistica e anche di quella di mio fratello. Già nel giugno 1971 pubblicammo il primo fumetto. Avevo solo 16 anni e per me fu un momento molto importante. Quello fu anche il momento dell'inizio della nostra conoscenza che col tempo si trasformò in amicizia.

Oltre a essere un ottimo artista in prima persona, Pinù aveva anche un grande talento per scoprire e valorizzare il talento degli altri. Tra le sue scoperte, la più importante – e mi sembra giusto ricordarlo qui – fu quella di Aldo Capitanio, un grandissimo disegnatore al quale Pinù diede spazio e fiducia proprio sulle pagine de Il Santo dei Miracoli e che da lì spiccò il volo per una carriera di grande distinzione culminata in quello che secondo me è uno dei migliori Texoni mai realizzati e terminata purtroppo prematuramente per un destino avverso.

Ma Pinù non si occupava solo di fumetti e di illustrazione (nel cui ambito ha realizzato disegni con il suo inconfondibile stile per molti libri): era curioso e interessato a tutto, anche a quello che non ti saresti aspettato da lui. Per esempio, quando esplose il fenomeno delle Tv private, lui divenne subito collaboratore – e colonna, inutile dirlo – della seconda Tv privata di Padova quanto a cronologia: la Radio Televisione Veneta. E, nel 1977, mi chiese di collaborare con lui, cosa che feci con grande piacere realizzando dei programmi sul cinema e sul fumetto. Ma, come detto, la vera colonna era lui, un tuttofare che con l'occasione si inventò figura televisiva a tutto tondo. Realizzammo anche un fumetto in Tv, come andava denominato allora, partendo da un fumetto realizzato da me e Gianni: Pinù non solo collaborò alla realizzazione, ma doppiò anche uno dei personaggi. In gioventù aveva anche recitato a teatro e non se l'era dimenticato. Purtroppo, quel fumetto in Tv, realizzato in super8, è andato perduto, ma io mi ricordo ancora benissimo la voce di Pinù che ne recitava le battute.

Pinù divenne anche redattore – e insostituibile colonna, come sempre – di Padova Sport, un settimanale dedicato al calcio Padova per il quale, oltre a curare l'impaginazione e la “forma” - disegnò vignette di grande umorismo e tempestività. Anche in quell'occasione mi chiese di collaborare e, sempre con mio fratello Gianni, creammo una serie di strisce ambientate nel mondo del calcio. L'entusiasmo che Pinù metteva in ogni sua iniziativa era contagioso e anche in quel caso si trasformò in un pieno successo.

Nei primi anni '90 ebbi anche la possibilità e il piacere di collaborare direttamente con lui per una serie di fumetti per l'amato Messaggero dei Ragazzi: io li scrissi e lui li disegnò, con grande abilità e dedizione, come sempre. Un paio di questi fumetti erano fantasy, con uno stile di disegno tra il comico e l'avventuroso che era la sua cifra stilistica ideale, ma uno era avventuroso-realistico a tutto tondo e lui lo realizzò ottimamente, pur confidandomi che gli era costato molta fatica proprio perché lontano dalla sua naturale inclinazione. La verità era che Pinù, da eclettico puro, era perfettamente in grado di disegnare il comico e il realistico con una qualità pressoché identica: cosa questa possibile a pochi.

Oltre a essere insostituibile colonna del Messaggero dei Ragazzi, Pinù ha realizzato fumetti di grande qualità nel corso di una carriera che si è sviluppata per molti decenni: Ottavio da Castellana, Ciuffo e Mike, Riccio Flint, la serie delle fiabe rivisitate fantascientificamente, Redazione zero, i titoli sono molti e a essi vanno aggiunte le collaborazioni a Prezzemolo, Più e molte altre testate. In tutti i suoi fumetti, Pinù ha saputo offrire qualità, fantasia e leggibilità. Ha avuto anche la soddisfazione di vedere suo figlio Stefano – con il quale anche ho avuto la fortuna e il piacere di collaborare spesso (ma mai abbastanza) – diventare un grande disegnatore, una figura di primo piano nel fumetto tramandando in questo modo la qualità di famiglia.

È difficile riassumere in poche parole la multiforme attività di Pinù e mi rendo conto di essermi soffermato soprattutto sui miei ricordi personali di lui, ma una cosa è certa: quello che ha fatto non può essere dimenticato né sottovalutato, per varietà, originalità e spessore artistico.

Ciao, Pinù.

(Qui sopra due vignette da un episodio di Ottavio da Castellana, 1974)