sabato 19 ottobre 2019

Marco Zoppas, io e il cinema di Bob Dylan




Marco Zoppas, bravo esperto dylaniano di cui segnalo con piacere i libri a contenuto dylaniano Ballando con Mr D e Da Omero al rock,  mi ha intervistato  per il sito TomTomRock. Il titolo del pezzo è Bob Dylan e il cinema. Intervista a Rudy Salvagnini. E proprio di questo si tratta, Prendendo spunto dal mio libro Il cinema di Bob Dylan, Marco Zoppas mi ha infatti intervistato sui rapporti tra Dylan e il cinema, di recente riportati in vista a seguito del nuovo documentario di Martin Scorsese sulla Roling Thunder Revue. L'intervista mi ha dato la possibilità di affrontare ancora una tematica che mi interessa molto e di questo ringrazio Marco Zoppas.

Chi fosse interesato a leggerla deve solo cliccare qui ed essere catapultato su TomTomRock.

Qui sopra un'immagine da Masked and Anonymous.

venerdì 18 ottobre 2019

Scary Stories to Tell in the Dark



Tra poco meno di una settimana esce al cinema Scary Stories to Tell in the Dark, un nuovo horror prodotto da Guillermo del Toro e diretto da André Øvredal.  

Chi è interessato a sapere che cosa ne penso può cliccare qui e andare sul sito di MYmovies dove si trova la mia recensione.

Qui sopra un'immagine di Zoe Margaret Colletti, protagonista del film.

 

mercoledì 16 ottobre 2019

Segnocinema n. 219: tutti i film dell'anno




Il numero attualmente in distribuzione di Segnocinema è il n. 219 (settembre-ottobre 2019) ed è l'imperdibile numero che, come ogni anno di questi tempi, fa la summa della stagione cinematografica appena trascorsa recensendo tutti, ma proprio tutti i film distribuiti. Ogni recensione è accompagnata da una foto e c'è anche il consueto panel di critici che esprimono la loro cinquina di film preferiti, da cui poi si estrapola la classifica dei film preferiti dell'anno.

Insomma, molto da leggere e da valutare: il panorama completo di quanto si è visto o si deve ancora vedere, una guida insostituibile.

Ho contribuito anch'io con 11 recensioni relative a questi film: L'angelo del male - Brightburn, La casa delle bambole, Crucifixion, Die in One Day, The End? L'inferno fuori, Hostile, La llorona, Malerba, La settima musa, Terror Take Away, Unfriended: Dark Web).

giovedì 10 ottobre 2019

Hole - L'abisso



Oggi è uscito un nuovo horror irlandese diretto dall'esordiente Lee Cronin. Il film si intitola Hole - L'abisso e chi vuole sapere che cosa ne pesno può, come sempre, leggere la mia recensione andando su MYmovies grazie a questo link.

Qui sopra un'immagine dal film, con l'ottima protagonista Seána Kerslake in evidenza.

Sui titoli di coda del film mi ha colpito una canzone: un traditional, una canzoncina usata nei giochi dei bambini, ma in una versione molto inquietante e cupa. Leggendo i titoli, ho visto che la cantante era Lisa Hannigan, a me totalmente sconosciuta. Però la sua voce e il suo modo di cantare mi avevano incuriosito e quindi mi sono messo a cercare qualche sua canzone su YouTube e devo dire che sono rimasto molto piacevolmente sorpreso: è una cantautrice di notevole spessore e bravura che consiglio a chiunque di ascoltare. Se vi va, segnalo in particolare Lille, I Don't Know e Passenger, ma ce ne sono tante, generalmente tutte belle.

giovedì 3 ottobre 2019

La Banda nel Messaggero dei Ragazzi n. 1041!




Nel numero n. 1041 (ottobre 2019), attualmente in distribuzione, del Messaggero dei Ragazzi è pubblicata una nuova storia della Banda, la serie a fumetti che scrivo ormai da più di tre anni con immutato piacere. Questa nuova storia si intitola L'ospedale e vede un paio dei ragazzi della Banda alle prese con la malattia, qualcosa che dovrebbe essere lontana dal fulgore della giovinezza, ma talvolta, sotto varie forme, si manifesta ugualmente e va comunque affrontata.

Ai disegni torna l'ottimo Isacco Saccoman, che, come gli altri che si alternano nella serie, ha trovato una sua linea originale di approccio nella continuità, concretizzando le aspettative che erano proprio quelle di avere diversi apporti creativi pur rimanendo fedeli al modello, in modo da avere varietà e freschezza senza stravolgimenti.

Qui sopra le vignette di apertura della storia.

giovedì 19 settembre 2019

La Banda nel Messaggero dei Ragazzi n. 1040




Nel numero 1040 (settembre 2019) del Messaggero dei Ragazzi, attualmente in distribuzione, c'è una nuova storia de La Banda, la serie che scrivo ormai da diversi anni con immutato piacere e dedizione alla causa. Questa nuova storia si intitola La grande sfida e vede il gruppo dei ragazzi della banda, in questo caso in versione ridotta, confrontarsi in modo decisamente conflittuale con un altro gruppo di ragazzi.

I disegni sono del sempre ottimo Francesco Frosi, uno dei quattro disegnatori che si alternano con il risulktato di dare vivacità e varietà grafica alla serie (gli altri sono Giorgia Catelan, Isacco Saccoman e il creatore grafico della serie Luca Salvagno).

Da notare, nelle vignette qui sopra, l'intestazione della scuola: non sarebbe male se succedesse davvero sia con l'autore indicato nella storia sia con altri che se lo meriterebbero.

lunedì 16 settembre 2019

Eat Local - A cena coi vampiri




Giovedì esce in sala una nuova horror comedy, Eat Local - A cena coi vampiri diretta da Jason Flemyng, figlio di Gordon Flemyng che, tra tanta teelvisione, diresse i due film del dr. Who interpretati da Peter Cushing.

Chi è interessato può leggere qui la recensione che ho scritto per MYmovies.

domenica 8 settembre 2019

It - Capitolo 2




Giovedì è uscito al cinema It - Capitolo 2 di Andy Muschietti, che conclude la riduzione cinematografica di uno dei capolavori di Stephen King.

Chi è interessato a sapere che cosa ne penso può leggere la recensione che ho scritto per MYmovies cliccando qui.

mercoledì 4 settembre 2019

Il signor Diavolo (il libro)




Sapevo che il film Il signor Diavolo di Pupi Avati era tratto da un suo romanzo, ma non l’avevo letto. Anche se, in effetti, non essendo Avati in prima battuta un romanziere, la cosa era piuttosto singolare e destava curiosità. Dopo aver visto il film questa curiosità è molto aumentata e così ho letto anche il libro.

Normalmente avviene il contrario. Si legge il libro - che di solito esce prima - e poi si vede il film. Per la maggior parte delle persone, la successione delle frasi continua con la classica: “ma il libro era meglio”. Non per me, ovvio: non sono così banale. O almeno cerco di non esserlo ed evito di fare confronti qualitativi tra due media così diversi.

In questo caso, però, la cosa ancora più interessante - anche se certo non del tutto inedita - è che la riduzione (brutto termine, ma il fatto che venga normalmente usato rende l’idea) cinematografica sia a opera dello stesso autore del libro. Quindi, l’Avati cineasta si occupa di adattare e modificare quanto scritto dall’Avati romanziere per massimizzare l’esito nella forma del film.

La differenza che salta più all’occhio riguarda la figura del protagonista, Furio Momentè, l’oscuro funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia misteriosamente incaricato di una delicata missione dopo essere stato per anni relegato a compiti di scarso rilievo. Nel film, è un personaggio ricco di sottintesi, ma con poco retroterra caratteriale esplicito. La sua figura assomiglia - per l’apparente innocenza ed estraneità ai luoghi in cui va in missione - al protagonista di The Wicker Man, il Citizen Kane dell’horror. Oppure, per restare ad Avati, ricorda lo spiazzatissimo Lino Capolicchio de La casa dalle finestre che ridono. Nel libro, invece, è un personaggio con un passato sordido e ben poco commendevole che vive la sua avventura quasi con lo spirito di chi cerca l’espiazione. La differenza è notevole, ma si coglie molto bene come, cinematograficamente, la scelta di Avati sia stata vincente. Sfrondando il background di Furio, Avati si è concentrato, in una mirabile sintesi narrativa, sul cuore del racconto senza perdersi in diversioni e cambiando la psicologia del personaggio di quel tanto che bastava senza minimamente ridurne l’impatto sulla storia.

Altre differenze stanno in episodi che si trovano sia nel libro sia nel film, ma che risaltano in modo assai diverso. Per fare solo un esempio, il cruciale episodio dell’ostia calpestata nel libro è un passaggio veloce, pur restando importante, mentre nel film, per come Avati l’ha messa in scena, risalta con un’efficacia sinistra di grandissimo impatto.

Notevole è anche il lavoro sul personaggio del sagrestano, nel film, dove viene fatto risaltare ben più che nel libro.

Anche il finale, pur restando simile negli intenti e nella soluzione, nel film è arricchito di pathos e di sfumature arrivando a vette di inquietudine che nel libro restano più sotto traccia, in linea con la differente psicologia del protagonista.

Detto questo, che è interessante soprattutto a livello per così dire scolastico in quanto consente di esaminare i meccanismi della trasformazione, da parte dello steso autore, di un’idea da scritta a visuale, quello che più conta è valutare come sia il libro in sé. Ebbene, nonostante l’abbia letto dopo aver visto il film e sapessi quindi la storia e nonostante la storia resti in gran parte la stessa, devo dire che il libro mi ha convinto per la qualità della scrittura e della narrazione, fluide e avvincenti. Il mondo oscuro e segnato dal destino che emerge dalle parole di Avati è vivido e inquietante, anche dietro l’apparente freddezza burocratica dei tanti verbali di interrogatorio che punteggiano il racconto. Ne consiglio quindi la lettura sia a chi ha visto il film sia, ancora di più, a chi ancora non l’ha visto. Ovvio che il passaggio successivo, per quest’ultimo, sia comunque quello di vedere il film.

sabato 10 agosto 2019

Ricordando Pinù (1939-2019)




Ieri è mancato Pinù Intini, un grande del fumetto, dell'illustrazione e di molto altro. Una personalità poliedrica, una vera dinamo umana di iniziative che sembrava non poter mai esaurire la sua energia e la sua inventiva.

Il ricordo va subito, per me, a quel soleggiato pomeriggio di settembre 1970 quando con mio fratello Gianni sono andato alla redazione del Messaggero dei Ragazzi, che distava solo poche centinaia di metri da casa nostra, ma rappresentava un mondo magico nel quale aspiravamo a entrare, quello dei fumetti. Ci andammo con un fumetto realizzato apposta per l'occasione, ma, me ne resi conto anni dopo, tragicamente inadatto allo scopo, per argomento e qualità realizzativa (era un horror!). Eravamo però convinti che il Messaggero non avrebbe potuto rinunciare alla nostra collaborazione. Venimmo indirizzati a Pinù, che del Messaggero era redattore e colonna portante, occupandosi non solo dell'impaginazione – con una verve e una fantasia notevoli, ma sempre accompagnati da un rigore che faceva in modo di tenere sempre in preminenza la leggibilità della pagina (aspetto che molti impaginatori di oggi non sanno cogliere) – ma anche di tante altre cose, dai fumetti alle traduzioni. Pinù fu molto gentile e cordiale. Naturalmente non poteva accettare materiale come il nostro per il Messaggero né poteva proporci di lavorare per il giornale: non eravamo assolutamente pronti per farlo e lui lo sapeva bene. Seppe però cogliere qualche potenzialità e ci propose di collaborare per l'inserto per ragazzi de Il Santo dei Miracoli, che lui curava in prima persona. Fu l'inizio della mia carriera fumettistica e anche di quella di mio fratello. Già nel giugno 1971 pubblicammo il primo fumetto. Avevo solo 16 anni e per me fu un momento molto importante. Quello fu anche il momento dell'inizio della nostra conoscenza che col tempo si trasformò in amicizia.

Oltre a essere un ottimo artista in prima persona, Pinù aveva anche un grande talento per scoprire e valorizzare il talento degli altri. Tra le sue scoperte, la più importante – e mi sembra giusto ricordarlo qui – fu quella di Aldo Capitanio, un grandissimo disegnatore al quale Pinù diede spazio e fiducia proprio sulle pagine de Il Santo dei Miracoli e che da lì spiccò il volo per una carriera di grande distinzione culminata in quello che secondo me è uno dei migliori Texoni mai realizzati e terminata purtroppo prematuramente per un destino avverso.

Ma Pinù non si occupava solo di fumetti e di illustrazione (nel cui ambito ha realizzato disegni con il suo inconfondibile stile per molti libri): era curioso e interessato a tutto, anche a quello che non ti saresti aspettato da lui. Per esempio, quando esplose il fenomeno delle Tv private, lui divenne subito collaboratore – e colonna, inutile dirlo – della seconda Tv privata di Padova quanto a cronologia: la Radio Televisione Veneta. E, nel 1977, mi chiese di collaborare con lui, cosa che feci con grande piacere realizzando dei programmi sul cinema e sul fumetto. Ma, come detto, la vera colonna era lui, un tuttofare che con l'occasione si inventò figura televisiva a tutto tondo. Realizzammo anche un fumetto in Tv, come andava denominato allora, partendo da un fumetto realizzato da me e Gianni: Pinù non solo collaborò alla realizzazione, ma doppiò anche uno dei personaggi. In gioventù aveva anche recitato a teatro e non se l'era dimenticato. Purtroppo, quel fumetto in Tv, realizzato in super8, è andato perduto, ma io mi ricordo ancora benissimo la voce di Pinù che ne recitava le battute.

Pinù divenne anche redattore – e insostituibile colonna, come sempre – di Padova Sport, un settimanale dedicato al calcio Padova per il quale, oltre a curare l'impaginazione e la “forma” - disegnò vignette di grande umorismo e tempestività. Anche in quell'occasione mi chiese di collaborare e, sempre con mio fratello Gianni, creammo una serie di strisce ambientate nel mondo del calcio. L'entusiasmo che Pinù metteva in ogni sua iniziativa era contagioso e anche in quel caso si trasformò in un pieno successo.

Nei primi anni '90 ebbi anche la possibilità e il piacere di collaborare direttamente con lui per una serie di fumetti per l'amato Messaggero dei Ragazzi: io li scrissi e lui li disegnò, con grande abilità e dedizione, come sempre. Un paio di questi fumetti erano fantasy, con uno stile di disegno tra il comico e l'avventuroso che era la sua cifra stilistica ideale, ma uno era avventuroso-realistico a tutto tondo e lui lo realizzò ottimamente, pur confidandomi che gli era costato molta fatica proprio perché lontano dalla sua naturale inclinazione. La verità era che Pinù, da eclettico puro, era perfettamente in grado di disegnare il comico e il realistico con una qualità pressoché identica: cosa questa possibile a pochi.

Oltre a essere insostituibile colonna del Messaggero dei Ragazzi, Pinù ha realizzato fumetti di grande qualità nel corso di una carriera che si è sviluppata per molti decenni: Ottavio da Castellana, Ciuffo e Mike, Riccio Flint, la serie delle fiabe rivisitate fantascientificamente, Redazione zero, i titoli sono molti e a essi vanno aggiunte le collaborazioni a Prezzemolo, Più e molte altre testate. In tutti i suoi fumetti, Pinù ha saputo offrire qualità, fantasia e leggibilità. Ha avuto anche la soddisfazione di vedere suo figlio Stefano – con il quale anche ho avuto la fortuna e il piacere di collaborare spesso (ma mai abbastanza) – diventare un grande disegnatore, una figura di primo piano nel fumetto tramandando in questo modo la qualità di famiglia.

È difficile riassumere in poche parole la multiforme attività di Pinù e mi rendo conto di essermi soffermato soprattutto sui miei ricordi personali di lui, ma una cosa è certa: quello che ha fatto non può essere dimenticato né sottovalutato, per varietà, originalità e spessore artistico.

Ciao, Pinù.

(Qui sopra due vignette da un episodio di Ottavio da Castellana, 1974)

lunedì 22 luglio 2019

Il signor Diavolo




Tra un mese uscirà Il signor Diavolo, il nuovo horror di Pupi Avati. Chi è interessato può leggere la recensione che ho scritto per MYmovies, cliccando qui

Quando, molti anni fa, mi proposi a Fernaldo Di Giammatteo per scrivere un Castoro Cinema, collana da lui creata e diretta magistralmente, uno dei due registi che proposi era Pupi Avati e, per convincerlo, scrissi una lunga e articolata recensione de La casa dalle finestre che ridono. L'esito fu positivo nel senso che la recensione credo gli piacque, ma non mi affidò Avati, bensì - tra un'altra cerchia di nomi che gli proposi in seguito - Hal Ashby. Sono molto contento d'aver scritto il Castoro su Ashby, ma avrei potuto forse essere il primo a compiere uno studio completo su Avati e mi rammarico di non averlo fatto, dato che è un regista poliedrico e molto bravo.

L'altro regista che proposi in prima battuta, per la croncaca, era Terence Fisher, accompagnato, anche in quel caso, da una dissertazione su Dracula. Credo che, diversamente da Avati, il Castoro su Fisher non l'abbia poi scritto nessuno.

mercoledì 3 luglio 2019

Annabelle 3


Oggi è uscito in sala Annabelle 3, il nuovo episodio della bambola maledetta che, come tutti sanno, si inserisce nell'universo cinematogarfico creato a partire da L'evocazione - The Conjuring. Lo dirige Gary Dauberman, lo sceneggiatore della serie. Lo interpretano, tra gli altri, gli ineffabili Patrick Wilson e Vera Farmiga assieme alla bravissima Mckenna Grace che con il passare degli anni ha perso la K maiuscola, ma continua a guadagnare in bravura.

Chi vuole leggere la recensione che ho scritto per MYmovies può cliccare qui.

Qui sopra un'immagine di Mckenna Grace nel film.