Un commissario di polizia (Giovanni Scopece), nel corso di un’indagine su una rapina in banca, interroga l’ultima componente della banda che ha tentato (e fallito) il colpo. Si tratta di Elvira Kazinski (Michela Mastroluca), che tempo prima era nota con il nome di Lidia Sevrovic. Il commissario ha già le testimonianze degli altri tre componenti della banda, concordi nell’accusare Elvira, che doveva semplicemente fare il palo, di aver mandato a monte la rapina. Rapina che però in qualche modo qualche risultato l’ha prodotto, dato che si deve ancora recuperare il bottino. E questo è ciò che chiede il commissario a Elvira. Ma la donna dice che invece bisognerebbe chiederlo a Lidia.
Cortometraggio d’esordio per Marco Rizzi, Dov’era Lidia? è praticamente tutto ambientato nell’ufficio di un commissario alle prese con un interrogatorio ai limiti del surreale e del teatro dell’assurdo, con le articolate e filosofiche risposte della sospettata intenta a far riflettere sui temi dell’identità e del tempo, mentre il commissario cerca inutilmente di arrivare al dunque e di puntare sul concreto. L’effetto è interessante e straniante, grazie anche ai ficcanti e non banali dialoghi della sceneggiatura di Mirko J. Keeper che tengono sempre desta l’attenzione dello spettatore e alla regia precisa di Rizzi che si pone diligentemente al servizio, più che della storia, della situazione. Un esordio quindi promettente, con l’apprezzabile prova anche dei due protagonisti Michela Mastroluca e Giovanni Scopece.