Giulia (Miriam Galanti) è una giovane sceneggiatrice cinematografica con promettenti prospettive di lavoro. Ha un importante colloquio di lavoro con un produttore in programma per la serata e il suo agente la richiama all’ordine. Lei però è in viaggio in auto verso Firenze: intende andare a trovare il suo ex, Jack, che è in Italia solo per pochi giorni. Giulia vuole sistemare le cose con Jack, ha imprecisate questioni da chiarire con lui. Per via telefonica, l’amica Sara la invita a non agire impulsivamente e a tornarsene a Roma. Giulia rassicura lei e, prima, l’agente: tornerà in tempo, ma deve assolutamente andare. Solo che le cose si complicano: l’auto sembra assumere vita propria e i fantasmi del passato, in particolare quello della madre psicopatica (Loredana Cannata) ormai defunta, rendono il viaggio sinistro e pericoloso.
Thriller-horror on the road, il film introduce via via elementi di inquietudine e di incertezza in una vicenda inizialmente lineare in modo da movimentarla ed evitare che si traduca in un lungo monologo della protagonista. Anche il lavoro sulla struttura narrativa serve allo stesso scopo, con la sua articolazione in flashback e l’alternanza tra le sequenze principali con la protagonista in auto e quelle in cui la ragazza si trova nella stazione di polizia, interrogata da due poliziotti che cercano di fare luce sull’intricata e oscura vicenda. Man mano che la storia si snoda sappiamo anche sempre di più sulla personalità di Giulia e sui traumi che ha dovuto subire non solo per le tragiche morti che hanno segnato la sua storia familiare, ma anche per l’evidente pazzia della ricca madre. Questi aspetti alimentano, puntando verso lo psycho-thriller, l’ambiguità del tessuto narrativo, che arricchisce e sostiene il clima di mistero, sempre in bilico tra realtà immaginata e realtà fattuale, tra una discesa negli inferi della psiche con richiami quasi polanskiani e una discesa negli inferi dell’orrore soprannaturale con invece echi carpenteriani (e kinghiani).
Luigi Boccia, scrittore ed editore, è all’esordio come regista e riesce a governare con abilità e sapienza il racconto (è anche autore della sceneggiatura), sostenendo bene la suspense e tenendo consistente il ritmo, sino a una conclusione che forse non sorprende, ma comunque chiude in modo soddisfacente una sorta di parabola sull’alienazione e sull’ineluttabilità del destino. A volte si ha la sensazione che ci sia un eccesso di suggestioni e rivoli narrativi, ma alla fine il senso della vicenda emerge comunque in modo compiuto. Miriam Galanti (In the Trap - Nella trappola), pur con qualche occasionale incertezza, offre nel complesso una buona prova in un ruolo difficile, dovendo occupare praticamente sempre la scena, spesso da sola. Convincente anche il cameo di Loredana Cannata nel ruolo della mamma psicotica e preda di manie religiose.
Il film è possibile vederlo su Prime Video.
Sembra interessante. Grazie per la segnalazione.
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